Elezioni al via da questa mattina in Catalogna per il rinnovo del Parlamento della regione autonoma spagnola: i seggi elettorali chiuderanno alle 20:00 e i primi risultati sono attesi intorno a mezzanotte.
Secondo molti osservatori, l'esito di queste elezioni dipenderà in gran parte dagli indecisi: difficile, quindi, prevedere se i socialisti – a capo del governo spagnolo – riusciranno a rimuovere i separatisti dal potere regionale, più di tre anni dopo un fallito tentativo di secessione.
La partecipazione al voto è in calo rispetto a quattro anni fa: complici la pandemia e il disincanto, alle 13 solo il 22,78% degli elettori si era recato alle urne, contro il 34,69% del 2017 alla stessa ora.
La campagna elettorale si è chiusa con un apparente pareggio fra i tre partiti favoriti: Psc (Partito dei socialisti di Catalogna), Erc (Sinistra repubblicana di Catalogna) e Junts (Uniti per la Catalogna).
I sondaggi danno il Psc in forte crescita (fino al 22%), seguito dagli indipendentisti di Junts di Carles Puigdemont che avrebbe il 20% al pari di Erc. Ai liberali di Ciudadanos (Cittadini) andrebbe circa il 10%, mentre al partito di destra Vox circa il 7% e al Partito Popolare circa il 5%.
A complicare le cose si profila un veto indipendentista all'ex ministro della Sanità spagnolo – oggi candidato presidente del Psc – Salvador Illa. E non da ultimo una lotta interna tra il presidente ad interim della regione, Pere Aragonès (ERC), e la candidata alla presidenza Laura Borràs (Junts).