Tra le due sponde dell'Atlantico ci sono oggi «serie differenze» di vedute: «Abbiamo bisogno di una strategia per affrontare sfide nuove e un futuro incerto». Ma sia chiaro, «questa strategia può essere solo la Nato».
Così Jens Stoltenberg si rivolge al Congresso americano, primo segretario generale dell'Alleanza Atlantica a parlare a Capitol Hill davanti a Camera e Senato riuniti in sessione plenaria.
Un evento storico in occasione del 70/mo anniversario dell'organizzazione, alla vigilia di un delicato vertice ministeriale a Washington.
Stoltenberg ammette dunque le difficoltà e le distanze con l'attuale amministrazione statunitense su diverse questioni vitali come il commercio, l'energia, la lotta ai cambiamenti climatici, i trattati sul nucleare. E, pur senza mai citare Donald Trump, il suo messaggio è rivolto proprio al presidente Usa che con la dottrina dell'America First rischia di minare le basi dell'Alleanza: «Ringrazio gli Usa per il sostegno che ci hanno sempre dato. Ma la Nato – rivendica Stoltenberg – è stata un bene non solo per l'Europa, ma anche per gli Stati Uniti».
«Attraverso la Nato oggi gli Usa sono più forti e più sicuri», ha proseguito tra gli applausi, sottolineando come «l'Atlantico non ci deve dividere, ma deve continuare ad unirci, perché la promessa dei nostri padri fondatori è stata 'uno per tutti, tutti per uno'. Questo il nostro impegno».
Il numero uno della Nato, che ore prima ha incontrato Trump alla Casa Bianca, invia quindi un altro chiaro segnale al tycoon, sottolineando come «la forza di un Paese non si misura solo con la sua economia o per con numero dei suoi soldati, ma anche per il numero dei suoi amici». Lungo l'applauso che gli riserva il Congresso.
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