Agli arresti domiciliari Birmania: Aung San Suu Kyi lascia la prigione e l'isolamento

SDA

28.7.2023 - 18:29

Aung San Suu Kyi si troverebbe agli arresti domiciliari.
Aung San Suu Kyi si troverebbe agli arresti domiciliari.
Keystone

Non sarà più l'isolamento in carcere, ma gli arresti domiciliari in un edificio governativo: verso Aung San Suu Kyi, dal febbraio 2021 detenuta e poi condannata in processi farseschi, il regime militare che l'ha deposta ha scelto di ammorbidire la mano.

Un cenno di distensione che rischia di essere un semplice stratagemma della giunta per guadagnare credibilità, in mancanza di alcun segno che dimostri la volontà di ritornare alla democrazia.

«La Signora» (78 anni), ha rivelato una fonte anonima del suo partito Lega nazionale per la democrazia, è stata trasferita a inizio settimana in un edificio governativo nella capitale Naypyidaw, dopo un anno in isolamento e senza che si sia mai vista in pubblico dal colpo di Stato. Avrebbe anche incontrato il presidente della Camera bassa, Ti Khun Myat, e potrebbe vedere un diplomatico cinese in visita nel Paese.

Quali sono le sue condizioni di salute?

Non è chiaro quali siano le sue condizioni di salute: per mesi si erano rincorse voci che fosse malata, ma l'esercito ha sempre negato, e l'unico straniero che l'ha incontrata finora – il ministro degli Esteri thailandese Dom Pramudwinai, qualche settimana fa – ha detto che il premio Nobel per la pace sta bene.

La situazione legale di Suu Kyi non cambia: una serie estenuante di processi – con accuse che andavano dalla corruzione al possesso illegale di walkie talkie – ha portato a una condanna cumulata di 33 anni, nonostante il coro di proteste della comunità internazionale.

Verso un dialogo

In assenza di annunci ufficiali da parte della giunta, è da capire cosa abbia spinto il generale Min Aung Hlaing a decidere di trasferire Suu Kyi. Messa insieme ad altre scelte recenti, come l'incontro col ministro thailandese poco prima di un vertice dell'Associazione dei Paesi del Sud-est asiatico (Asean), la mossa segnala almeno una disposizione al dialogo, la cui sincerità è però dubbia.

La Birmania rimane preda di una guerra civile specie nelle campagne del centro-nord, dove la resistenza della popolazione contraria al golpe è armata e organizzata in «Forze di difesa del popolo»; combattimenti e raid dell'esercito hanno causato centinaia di morti, tra cui almeno tre studenti oggi nella regione di Sagaing.

Inflazione galoppante

Senza più turisti e investimenti stranieri, e con la migliore gioventù fuggita all'estero, l'economia ha subito un colpo da cui non si è mai ripresa, con l'aggravante di un'inflazione galoppante. Uno stato di emergenza che in teoria doveva durare un anno prima di tornare alle elezioni, viene esteso dall'esercito ogni sei mesi, e un prossimo prolungamento è atteso nei prossimi giorni.

In tale contesto, l'esercito ha perso qualsiasi legittimità agli occhi della popolazione, e cerca di migliorare la sua reputazione con atti simbolici come la costruzione di un Buddha di marmo gigante nella capitale, o l'introduzione di una banconota da 20000 kyat (meno di 5 euro al mercato nero) con l'effigie di un elefante bianco – nella tradizione birmana, simbolo di un re benevolo – nato l'anno scorso. Niente però che indichi un ripensamento del pugno di ferro.