Guerra in Ucraina Kirill, Nato ha ignorato preoccupazioni Mosca

SDA

11.3.2022 - 10:55

Il Patriarca di Mosca Kirill torna a difendere la guerra del presidente russo Vladimir Putin (foto d'archivio)
Il Patriarca di Mosca Kirill torna a difendere la guerra del presidente russo Vladimir Putin (foto d'archivio)
Keystone

«Questo conflitto non è iniziato oggi. Sono fermamente convinto che i suoi promotori non siano i popoli di Russia e Ucraina». Lo dice il Patriarca di Mosca Kirill in una lettera al World Council of Churches (Wcc).

11.3.2022 - 10:55

Russia e Ucraina «sono uniti da fede comune, santi e preghiere comuni e condividono un destino storico comune. Le origini del confronto risiedono nei rapporti tra Occidente e Russia. Negli anni '90 alla Russia era stato promesso che la sua sicurezza e dignità sarebbero state rispettate» ma «anno dopo anno, mese dopo mese, gli Stati membri della Nato hanno rafforzato la loro presenza militare, ignorando le preoccupazioni della Russia», aggiunge.

Il Patriarca di Mosca Kirill torna dunque a difendere la guerra del presidente russo Vladimir Putin in risposta ad una lettera del Wcc, l'organizzazione delle Chiese cristiane che gli aveva chiesto di intercedere con Mosca per la fine del conflitto ai danni dell'Ucraina.

Riferendosi sempre ai Paesi Nato, il Patriarca ortodosso dice che «hanno cercato di rendere nemici popoli fraterni, russi e ucraini. Non hanno risparmiato sforzi, né fondi per inondare l'Ucraina di armi e istruttori di guerra. Tuttavia, la cosa più terribile non sono le armi, ma il tentativo di 'rieducare', di trasformare mentalmente gli ucraini e i russi che vivono in Ucraina in nemici della Russia».

Poi Kirill parla dello «scisma ecclesiastico creato dal patriarca Bartolomeo di Costantinopoli nel 2018. Ha messo a dura prova la Chiesa ortodossa ucraina». E ancora: «Già nel 2014, quando il sangue veniva versato a Maidan, e a Kiev e ci furono le prime vittime, il Wcc espresse la sua preoccupazione».

«Fu allora che scoppiò un conflitto armato nella regione del Donbass, la cui popolazione difendeva il proprio diritto a parlare la lingua russa, chiedendo il rispetto della propria tradizione storica e culturale. Tuttavia, le loro voci sono rimaste inascoltate, così come migliaia di vittime tra la popolazione del Donbass sono passate inosservate nel mondo occidentale».

«Questo tragico conflitto è diventato parte della strategia geopolitica su larga scala volta, in primo luogo, a indebolire la Russia. E ora i leader occidentali stanno imponendo tali sanzioni economiche alla Russia che saranno dannose per tutti. Rendono palesemente ovvie le loro intenzioni: portare sofferenze non solo ai leader politici o militari russi, ma in particolare al popolo russo. La russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti», conclude Kirill.

Auspica infine che «il Consiglio ecumenico delle Chiese possa rimanere una piattaforma per un dialogo imparziale, libero da preferenze politiche e da un approccio unilaterale».

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