Guerra La Polonia è pronta a ospitare armi nucleari, Mosca avverte:  «Agiremo di conseguenza» 

SDA

22.4.2024 - 19:32

I soccorritori si occupano dei danni causati dalla caduta di detriti di un razzo russo nell'oblast di Odessa lo scorso 20 aprile 2024.
I soccorritori si occupano dei danni causati dalla caduta di detriti di un razzo russo nell'oblast di Odessa lo scorso 20 aprile 2024.
IMAGO/ABACAPRESS

La Polonia è pronta ad accogliere sul suo territorio testate nucleari. L'annuncio del presidente Andrzej Duda suona alle orecchie della Russia come una conferma di quella che vede come una minaccia nell'espansione della Nato negli ultimi decenni verso est, e quindi Mosca avverte che agirà di conseguenza. Ma l'affermazione coglie di sorpresa anche il premier polacco Donald Tusk, che chiede un incontro chiarificatore con il capo dello Stato.

«Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nel quadro della condivisione nucleare sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo», ha detto Duda al quotidiano popolare Fakt.

Una mossa che secondo il presidente risponderebbe al pericolo russo ai confini polacchi. Mosca, ha infatti affermato, «militarizza sempre più l'enclave di Kaliningrad e sta trasferendo armi nucleari in Bielorussia».

«I nostri militari, ovviamente, analizzeranno la situazione e se tali piani verranno attuati, faranno tutto il necessario, adotteranno tutte le misure di ritorsione necessarie per garantire la nostra sicurezza», ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha rincarato la dose, facendo notare che se «armi nucleari americane» dovessero apparire sul suolo polacco, «le relative strutture saranno poste immediatamente nella lista degli obiettivi legittimi nel caso di uno scontro militare diretto con la Nato».

Anche il premier polacco colto alla sprovvista

A sorpresa, anche il premier polacco ha fatto capire di essere stato colto alla sprovvista, esprimendo il desiderio di «conoscere tutte le circostanze che hanno portato il presidente a fare questa dichiarazione».

«Tengo molto – ha aggiunto Tusk – a che la Polonia viva in sicurezza, a che sia ben armata, ma vorrei anche che ogni iniziativa venga, prima di tutto, molto ben preparata dalle persone responsabili».

Per questo il primo ministro ha chiarito di attendere «con impazienza un incontro con il signor presidente Duda». I due politici si sono spesso contrapposti sul piano della politica interna, ma non sul sostegno all'Ucraina e sulla minaccia russa.

Mosca mobiliterebbe altri 300'000 combattenti

Nel Donbass ucraino, intanto, le truppe russe continuano la lenta avanzata verso occidente. Oggi nelle loro mani è caduto un altro villaggio, quello di Novomikhailovka, nella regione di Donetsk.

Nella città nord-orientale di Kharkiv, martellata da bombardamenti che si susseguono da settimane, un raid russo ha abbattuto la torre della televisione senza provocare vittime.

Ma il peggio, secondo le autorità di Kiev, potrebbe arrivare con un'offensiva russa in grande stile a partire da giugno per la quale, afferma il presidente Volodymyr Zelensky, Mosca si appresterebbe a mobilitare altri 300'000 combattenti.

«Ci troveremo di fronte a una situazione piuttosto difficile, ma non catastrofica, non ci sarà l'Armageddon, come molti cominciano a dire», ha detto da parte sua il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kyrylo Budanov.

Per Kiev gli aiuti militari non sono sufficienti

Per cercare di resistere tuttavia Kiev ha bisogno di costanti aiuti militari dall'Occidente. Intervenendo in collegamento al Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa della Ue, il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba, ha fatto capire che non è ancora sufficiente il nuovo pacchetto da 61 miliardi sbloccato al Congresso americano dopo mesi di schermaglie.

Agli europei, dunque, Kuleba ha chiesto «il prima possibile» altri missili, pezzi d'artiglieria, munizioni, oltre che sistemi di difesa antiaerea Patriot e gli italo-francesi Samp/T. L'Italia sta facendo «tutto il possibile per aiutare l'Ucraina e dare le risposte attraverso gli strumenti che abbiamo», ha replicato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Peskov si è detto convinto che il nuovo pacchetto americano «non cambierà nulla» sul campo di battaglia. Ma il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha avvertito che il crescente coinvolgimento non solo degli Stati Uniti, ma anche della Gran Bretagna e della Francia, «ossessionati dall'idea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia», fa sì che questi Paesi «barcollino pericolosamente sull'orlo di uno scontro militare tra potenze nucleari gravido di conseguenze catastrofiche».