GuerraPasqua ortodossa in Ucraina, razzi sulle chiese
SDA
16.4.2023 - 21:59
La Pasqua ortodossa non porta alcuna tregua in Ucraina. Anzi, sono le chiese a venire bombardate in una festa macchiata di sangue per il secondo anno consecutivo senza pace per il paese.
Keystone-SDA
16.04.2023, 21:59
16.04.2023, 22:37
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La Pasqua ortodossa non porta alcuna tregua in Ucraina. Sono state bombardate anche le chiese.
Il punto più caldo della guerra resta in ogni caso la battaglia per Bakhmut, dove i soldati ingaggiano combattimenti sanguinosi «senza precedenti».
Il presidente brasiliano Lula ha annunciato di aver discusso con la Cina e gli Emirati Arabi Uniti di un'eventuale mediazione congiunta nella guerra.
I filorussi hanno denunciato che nella notte i razzi ucraini sono caduti vicino alla Cattedrale della Trasfigurazione di Donetsk, provocando un morto e due feriti mentre era in corso la veglia pasquale.
Secondo gli ucraini, i russi hanno invece distrutto con un missile la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo a Kushuhum, nella regione di Zaporizhzhia, tenuta vuota proprio per timore di attacchi.
Due persone sono rimaste ferite per un altro attacco dell'artiglieria russa sulla chiesa di Nikopol. Due diciottenni sono invece rimasti uccisi in un bombardamento su Snigirevsky, nella regione di Mykolaiv, che ha danneggiato due scuole, un ospedale e alcuni condomini.
Continua la battaglia per Bakhmut
Il punto più caldo della guerra resta in ogni caso la battaglia per Bakhmut, dove i soldati ingaggiano combattimenti sanguinosi «senza precedenti», secondo i militari ucraini che tentano ancora di resistere all'avanzata delle milizie di Wagner.
«I nostri soldati stanno facendo di tutto in battaglie feroci per ridurre la capacità di combattimento del nemico e abbattere il suo morale. Ogni giorno, in ogni angolo della città, ci stanno riuscendo», ha detto il portavoce del comando militare dell'Ucraina orientale Sergy Cherevatyi.
Intanto, è salito a 15 – bilancio definitivo – il numero di morti nell'attacco russo a Sloviansk del 14 aprile, di cui 10 solo nelle macerie del palazzo centrato da un missile russo.
Nuovo appello del Papa per la pace
La pioggia di bombe e gli scontri al fronte sembrano far cadere nel vuoto l'ennesimo appello del Papa, che in occasione della Pasqua ortodossa ha rivolto il suo pensiero ai «fratelli e sorelle in Russia e in Ucraina» affinché «il Signore gli stia vicino e li aiuti a fare per la pace».
Ma Kiev e Mosca restano ferme sulle loro posizioni: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto di celebrare la Pasqua «con una fede incrollabile nella vittoria», quando «la bandiera blu e gialla sarà certamente innalzata in tutti i territori temporaneamente occupati dai diavoli» e «il sole splenderà nel sud, nell'est e in Crimea».
Il suo omologo russo Vladimir Putin ha invece partecipato a uno scambio di doni con il fedelissimo Patriarca di Mosca Kirill, durante una funzione blindata nella Cattedrale di Cristo Salvatore con il capo religioso circondato da guardie del corpo, secondo i media.
Il Cremlino ha poi riferito di un incontro tra lo zar e il ministro della difesa cinese Li Shangfu, nel quale Putin ha celebrato la «collaborazione nella sfera tecnico-militare» con Pechino.
La proposta di mediazione di Lula
Così, la soluzione diplomatica resta un miraggio. A provarci è anche il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha annunciato di aver discusso con la Cina e gli Emirati Arabi Uniti di un'eventuale mediazione congiunta nella guerra.
«Putin non sta prendendo alcuna iniziativa per fermare la guerra, allo stesso modo di Zelensky», ha detto il leader brasiliano, tornando ad accusare Europa e Usa di «contribuire alla continuazione della guerra». «Si siedano ad un tavolo e dicano basta», ha esortato.
Scambio di prigionieri con i Wagner
Ma se da una parte la Pasqua non ha portato sollievo a quei territori ucraini martoriati dalle bombe, è in ogni caso una buona notizia «il grande scambio pasquale di prigionieri» con il quale «abbiamo riportato a casa 130 cittadini ucraini», ha annunciato il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak.
Soldati catturati dai russi a Bakhmut, Soledar, Zaporizhzhia e Kherson, che ora potranno tornare a casa, grazie a uno scambio del quale rivendica il merito il capo dei mercenari russi Wagner, Yevgeny Prigozhin, che si fa immortalare in un video mentre, magnanimo, impartisce l'ordine del rilascio.