GuerraScontro all'Onu fra Kiev e Mosca sul crollo della diga di Kakhovka
SDA
7.6.2023 - 09:53
Duro braccio di ferro al Palazzo di Vetro dell'Onu tra Ucraina e Russia, che alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza convocata in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka, si accusano reciprocamente di terrorismo.
Keystone-SDA
07.06.2023, 09:53
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Nel contempo le Nazioni Unite avvertono che «la gravità di questo episodio sarà comprensibile nei prossimi giorni, ma è già chiaro che avrà conseguenze enormi per migliaia di persone». E il capo degli Affari Umanitari dell'Onu Martin Griffiths si è detto anche molto preoccupato dal rischio di contaminazione di mine con il movimento dell'acqua.
Per l'ambasciatore di Kiev al Palazzo di Vetro Sergiy Kyslytsya si è trattato di un «attacco terroristico, un atto di terrorismo ecologico e tecnologico». «Questa è la risposta del Cremlino alla richiesta di numerosi paesi di negoziati di pace», ha aggiunto.
«La distruzione della diga da parte del regime di Kiev è stato un crimine impensabile che si può identificare come un atto terroristico», ha ribattuto l'ambasciatore russo, Vassily Nebenzia. «Abbiamo avvertito la comunità internazionale e la leadership Onu su questa minaccia – ha sottolineato – Ma Kiev con l'incoraggiamento dagli alleati occidentali ha deciso di portare avanti il suo piano terroristico».
Dure accuse a Mosca sono arrivate anche dagli Usa e dagli alleati. Quanto è successo oggi è un'altra «conseguenza tragica» dell'invasione russa dell'Ucraina, ha detto il vice ambasciatore americano Robert A. Wood, sottolineando che la distruzione della diga «ha portato alluvioni devastanti con un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza di decine di migliaia di ucraini lungo il fiume».
«Voglio dire chiaramente che è stata la Russia a iniziare questa guerra e a occupare quest'area dell'Ucraina», ha aggiunto, ricordando che «gli attacchi deliberati su proprietà civili sono proibiti dalle leggi di guerra».
La Cina, come di consueto, ha evitato di prendere posizione limitandosi a esprimere la sua «grave preoccupazione». L'ambasciatore Zhang Jun ha chiesto alle parti in conflitto di «rispettare le leggi internazionali» e lanciato un appello alla «moderazione», ribadendo che il suo paese «continuerà a stare dalla parte della pace promuovendo il dialogo per arrivare a una soluzione della crisi».