ProtezionismoUnione Europea e Cina allo scontro: indagine sugli appalti pubblici
SDA
24.4.2024 - 20:25
«Aprite i vostri mercati degli appalti o chiuderemo i nostri». La guerra del protezionismo tra Europa e Cina non è ancora esplosa, ma poco ci manca. L'annuncio di Bruxelles di una nuova indagine sulle gare pubbliche nel settore dei dispositivi medici getta altra benzina sullo scontro da tempo in atto sulla concorrenza sleale di Pechino riguardo ad auto elettriche e tecnologie green.
Keystone-SDA
24.04.2024, 20:25
SDA
Questa volta, l'Ue sospetta che il Dragone favorisca la politica discriminatoria del 'Buy China' penalizzando le big europee del settore medicale. Accuse respinte dal governo cinese che ha a sua volta puntato il dito contro Bruxelles, colpevole di «segnali di protezionismo».
Un duro botta e risposta che – affiancato anche alla disputa occidentale nei confronti di TikTok – non fa che acuire le tensioni politiche sino-europee nel giorno in cui Berlino ha avviato un'inchiesta nei confronti del capolista di Alternative fuer Deutschland (AfD) alle Europee, Maximilian Krah, sospettato di spionaggio a favore delle diplomazie cinese e russa.
Lontani ormai i tempi in cui la Cina rappresentava un «partner» economico, l'obiettivo ultimo dell'Europa «è sempre la parità di condizioni», ha scandito l'esecutivo comunitario rappresentato dal vicepresidente Valdis Dombrovskis.
L'aspettativa, sottolineata a più voci da Palazzo Berlaymont, è che il mercato «degli appalti pubblici» del Dragone «sia aperto» alle aziende europee «tanto quanto» quello Ue è accessibile alle controparti cinesi.
Gare per i dispositivi medici in Cina più chiuse per le imprese europee e straniere?
Una richiesta diventata più urgente davanti ai sospetti nutriti dalla Direzione generale del commercio che le gare per i dispositivi medici in Cina siano diventate «gradualmente più chiuse per le imprese europee e straniere», danneggiando in particolare Italia, Germania, Paesi Bassi e Francia.
Tutti addebiti davanti ai quali Pechino è passata direttamente al contrattacco: «L'Ue si vanta sempre di essere il mercato più aperto del mondo, ma tutto ciò che il mondo esterno vede è che si sta gradualmente spostando verso il protezionismo», è stata la secca replica del portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, impegnato anche a sollecitare l'Europa a «smettere di usare qualsiasi scusa per reprimere le imprese cinesi».
Avviare un dialogo «per trovare soluzioni accettabili»
L'indagine, avviata su iniziativa diretta della Commissione europea, è la prima regolata dal nuovo International procurement instrument (Ipi), adottato nel 2022 per ottenere l'accesso ai mercati pubblici esteri.
La volontà espressa da Dombrovskis, almeno in questa fase, è di avviare un dialogo «per trovare soluzioni reciprocamente accettabili». Ma la possibilità che l'Europa risponda con la stessa moneta, erigendo barriere per le aziende cinesi di tecnologia medica nelle proprie gare d'appalto pubbliche, è concreta.
Almeno quanto – pur seguendo la via separata delle normative antitrust – le indagini sui maxi-sussidi concessi da Xi alle aziende cinesi di auto elettriche e green-tech potrebbero condurre nel corso dell'anno a dazi. Bruxelles avrà ora nove mesi di tempo – prorogabili di altri cinque – per raccogliere prove e accertare i fatti. Con il sostegno – almeno fino a novembre – della Casa Bianca. Che, dal canto suo, ha assicurato «di seguire con interesse l'indagine dell'Ue».