Guerra in Medio Oriente «Un governo a interim a Gaza senza Israele e Hamas»

SDA

11.7.2024 - 20:52

Veicoli dell'esercito israeliano pattugliano l'interno di Gaza visti dal lato israeliano del confine con la Striscia nel sud d'Israele.
Veicoli dell'esercito israeliano pattugliano l'interno di Gaza visti dal lato israeliano del confine con la Striscia nel sud d'Israele.
KEYSTONE

Israele e Hamas avrebbero concordato, nella seconda fase della possibile intesa sulla tregua a Gaza, «un governo ad interim» nella Striscia di cui nessuno dei due avrebbe il controllo.

Lo ha rivelato, citando fonti Usa, il giornalista David Ignatius sul Washington Post secondo cui, in base a questa intesa, la sicurezza «sarebbe garantita da una forza addestrata dagli Stati Uniti e sostenuta da alleati arabi moderati con circa 2500 sostenitori dell'Anp a Gaza, già controllati da Israele».

Se così sarà, uno dei punti più controversi del futuro della Striscia – quello in cui Hamas accetta di mettersi da parte a Gaza – sarebbe risolto, escludendo al tempo stesso ogni presenza israeliana e affidando all'Autorità nazionale palestinese (Anp) un ruolo importante, come evocato dall'amministrazione di Joe Biden.

Sullo Stato ebraico è però arrivata una dura condanna da parte del G7 sulle colonie: i ministri degli Esteri riuniti a margine del summit Nato a Washington hanno denunciato i nuovi insediamenti in Cisgiordania.

Le trattative indirette procedono

Sul fronte della tregua a Gaza, le trattative indirette tra le parti stanno andando avanti e il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby ha detto alla Cnn – ripreso dai media internazionali – che gli Usa «sono cautamente ottimisti che le cose stiano andando nella direzione giusta». «Ci sono ancora lacune che restano tra le parti ma – ha aggiunto – crediamo che possano essere superate».

Tuttavia, ci sono segnali avversi sia da Hamas sia dal premier Benyamin Netanyahu. La fazione islamica ha denunciato che non è stata informata dai mediatori «di nulla di nuovo riguardo ai negoziati». Israele – ha sottolineato – «continua la sua politica di procrastinare per guadagnare tempo, con l'obiettivo di ostacolare questo ciclo di colloqui, come è avvenuto nei cicli precedenti».

Netanyahu ha accusato Hamas di «richieste che contraddicono il piano e mettono in pericolo la sicurezza di Israele». «Come premier di Israele, e per responsabilità nazionale», non sono pronto ad accettare quelle richieste».

Ed ha ribadito le quattro condizioni necessarie per arrivare ad una intesa, comprese il controllo israeliano del Corridoio Filadelfia, tra Gaza e l'Egitto, per impedire il contrabbando di armi ad Hamas e quello del valico di Rafah: entrambi già in mano dell'Idf. Fatto sta che domani, su decisione dello stesso Netanyahu, una delegazione israeliana sarà al Cairo per riprendere i negoziati con i mediatori dopo che da Doha ha fatto ritorno il capo del Mossad David Barnea.

Gli USA invieranno le munizioni ad Israele

Mentre sembra essersi sbloccato l'invio delle munizioni Usa ad Israele come annunciato dal ministro della difesa Yoav Gallant, su Israele è piombata la condanna dei ministri degli esteri del G7 per i nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania.

Questi si sono uniti «all'Onu e all'Ue nel condannare» l'annuncio del ministro delle finanze, e leader di destra radicale, Bezalel Smotrich «che cinque avamposti saranno legalizzati» nei Territori.

«Respingiamo inoltre – hanno aggiunto – la decisione del governo israeliano di dichiarare terre statali oltre 1270 ettari in Cisgiordania, la più grande di questo tipo dai tempi degli accordi di Oslo, e di espandere gli insediamenti esistenti in Cisgiordania di 5295 nuove unità abitative e di realizzare tre nuovi insediamenti».

Gli Usa hanno poi «imposto sanzioni a tre individui e cinque entità israeliane legate ad atti di violenza contro i civili in Cisgiordania», tra cui l'organizzazione estremista Lehava.

Al 279esimo giorno di guerra continuano i raid e le operazioni di terra dell'Idf nella Striscia dove sono stati uccisi due comandanti di Hamas. La Protezione civile della Striscia – che dipende dalla fazione islamica – ha poi fatto sapere che circa 60 corpi sono stati scoperti sotto le macerie degli edifici a Shujaiya, un quartiere di Gaza dal quale l'esercito israeliano ha annunciato il ritiro ieri dopo due settimane di offensiva militare.