La sfidante di Trump Un vecchio video mette in imbarazzo Nikki Haley

tjnj

16.2.2023

Il presidente Donald Trump durante un incontro con l'ambasciatrice uscente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Nikki Haley nello Studio Ovale della Casa Bianca, martedì 9 ottobre 2018, a Washington.
Il presidente Donald Trump durante un incontro con l'ambasciatrice uscente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Nikki Haley nello Studio Ovale della Casa Bianca, martedì 9 ottobre 2018, a Washington.
KEYSTONE

Non appena ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, è esploso il primo potenziale scandalo: in un video del 2010, Nikki Haley ha messo in prospettiva la guerra civile americana.

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16.2.2023

«È tempo di una nuova generazione di leader!».

Così proclama Nikki Haley nello spot elettorale con cui la repubblicana annuncia la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2024.

Poco dopo, su Twitter è stato divulgato un video in cui la presunta innovatrice si distingue con affermazioni piuttosto retrograde.

Il gruppo di social media Patriot Takes, che dice di avere come missione quella di smascherare «l'estremismo di destra e altre minacce alla democrazia», ha postato un estratto di un'intervista in cui Haley fa alcune dichiarazioni discutibili.

Una videoregistrazione del 2010

Il video è stato girato nel 2010 e mostra Haley mentre parla con il gruppo neo-confederato «Sons of Confederate Veterans». La Confederazione era un'associazione di Stati meridionali separatisi durante la Guerra Civile che divise il Paese tra il 1861 e il 1865. Tra le altre cose, la Confederazione sosteneva il mantenimento della schiavitù.

Haley, i cui genitori sono indiani, dal 2011 al 2017 è stata governatrice della Carolina del Sud, il primo Stato a separarsi dagli Stati Uniti prima dello scoppio della Guerra Civile, gettando le basi della Confederazione.

Haley brilla per la sua ignoranza

Il video, in cui Haley risponde a domande che gli intervistatori sperano evidentemente portino a posizioni pro-confederate, sembra un colloquio di lavoro. L'intervistatore vuole sapere se i singoli Stati avrebbero il diritto di separarsi dall'Unione. «Penso di sì», risponde Haley. «Voglio dire, lo dice la Costituzione».

Haley si sbaglia. Quattro anni dopo la fine della Guerra Civile, nel 1869, la Corte Suprema stabilì che tutti gli Stati che entravano a far parte dell'Unione diventavano parte di un'unione «perpetua e indissolubile». Solo attraverso una rivoluzione o con il consenso degli altri Stati, uno Stato può sciogliere questa unione.

Confederazione come «parte della tradizione della Carolina del Sud»

In un altro segmento del video, a Haley viene chiesto perché pensa che la Guerra Civile sia stata sbagliata. Si lascia prendere dalla relativizzazione e non menziona mai la schiavitù.

«C'era una parte che lottava per la tradizione e un'altra che lottava per il cambiamento». Ma che tutte le persone avessero gli stessi diritti era fuori discussione, aggiunge.

Non è contraria a un Mese della storia della Confederazione come complemento al Black History Month (Mese della storia dei neri, ndt), che gli Stati Uniti celebrano nel mese di febbraio. Dopo tutto, la Confederazione è «parte della tradizione» e finché questo mese si riferisce alle «tradizioni delle persone che vogliono celebrarle», va bene.

Una repubblicana tra gli sgabelli

Haley è nota per muoversi abilmente tra gli estremi del suo partito. Il suo impegno nei confronti della Confederazione e della sua bandiera, almeno come parte della tradizione della Carolina del Sud, può essere letto come una concessione all'ala destra dei repubblicani.

Nel 2019 ha scatenato una polemica quando si è riferita alla bandiera confederata come simbolo di «impegno, sacrificio ed eredità». Ma con il suo gioco di equilibri arrivano anche le contraddizioni.

La bandiera confederata è proprio il motivo per cui la repubblicana ha litigato con molti conservatori integralisti. Come governatrice della Carolina del Sud, ha fatto rimuovere la bandiera dalla sede dello Stato dopo l'attacco razzista di un bianco contro una chiesa metodista nera a Charleston.

La prima sfidante di Donald Trump

«Vi ricordiamo che Nikki Haley ha dato il via al processo di rimozione delle statue e di modifica dei nomi delle scuole in America», ha twittato il giornalista conservatore Collin Pruett in risposta alla candidatura di Haley alle presidenziali.

Haley è la prima sfidante ufficiale di Donald Trump per la nomination presidenziale repubblicana. Durante la campagna elettorale del 2016 si è schierata contro Trump, ma ha cambiato idea dopo che lui le ha offerto il posto di ambasciatrice degli Stati Uniti all'ONU.

Nel 2021 ha rotto con il suo ex capo, ma pochi mesi dopo ha sottolineato che non si sarebbe candidata alla presidenza se Trump si fosse ricandidato.