L'Uruguay affronta domani elezioni generali che pongono per la prima volta negli ultimi 15 anni la coalizione governante di centro-sinistra, il Frente Amplio al rischio di un ballottaggio, e addirittura di dover cedere il potere ad una opposizione coalizzata.
Dai sondaggi, di solito assai attendibili a Montevideo, emerge che nessun candidato presidente può ottenere una vittoria al primo turno, raggiungendo il 50% più uno dei voti, e che quindi il ballottaggio previsto per il 24 novembre, è più che probabile.
Il candidato del partito di governo, l'ex sindaco della capitale Daniel Martínez, raccoglierà la maggior parte dei voti, forse intorno al 40% e questo però non gli assicurerà la presidenza.
Dietro di lui lottano l'ex senatore Luis Lacalle Pou, del Partido nacional di centro-destra, con il 28% circa di consensi, e terzo, ma più lontano, naviga l'economista liberale Ernesto Talvi, che è stimato al 13% per il centrista Partido Colorado.
Ci sono perplessità sulla forza di aggregazione nel ballottaggio di Martínez, mentre Lacalle Pou non dovrebbe avere difficoltà nel pescare voti nell'elettorato di Talvi, e anche in quello del quarto candidato nei sondaggi, l'ex comandante in capo dell'esercito uruguayano, Guido Manini Ríos, che qualcuno vede come una sorta di Bolsonaro dell'Uruguay.
In un messaggio rivolto alla vigilia del voto a 2,6 milioni di elettori, il presidente uscente Tabaré Vázquez, in allusione alle tensioni esistenti nella regione ed in particolare in Bolivia e Cile, ha sottolineato che «la democrazia in Uruguay è molto forte e dobbiamo proteggerla di fronte ai rischi esistenti».
Gli analisti segnalano che l'appuntamento elettorale sarà una «autentica prova del fuoco» per il Frente Amplio, al potere dal 2005. L'economia non dà segni di particolare vivacità e l'inflazione naviga al di sopra della meta ufficiale (7,56%), con un aumento della disoccupazione ed un deterioramento degli indici di sicurezza per quello che molti chiamano «La Svizzera dell'America latina».
Oltre che per la presidenza ed il Parlamento, fra l'altro, si voterà anche per un referendum che propone riforme costituzionali per incrementare il meccanismo della sicurezza nel Paese con la creazione di una Guardia nazionale integrata da membri dell'esercito che svolgeranno compiti di ordine pubblico.
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