Medio Oriente Biden: «Errore occupare Gaza», futuro incerto per la Striscia

SDA

16.10.2023 - 20:18

Joe Biden ha ribadito la necessità di tenere aperta "una strada verso uno Stato palestinese", pur non credendo che Israele perseguirà questa strada ora.
Joe Biden ha ribadito la necessità di tenere aperta "una strada verso uno Stato palestinese", pur non credendo che Israele perseguirà questa strada ora.
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«Penso che Israele debba rispondere e attaccare Hamas... ma credo sarebbe un grande errore se occupasse Gaza nuovamente». Joe Biden lancia questo monito in un'intervista al programma '60 Minutes' della Cbs.

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Ha ribadito la necessità di tenere aperta «una strada verso uno Stato palestinese», pur non credendo che Israele perseguirà questa strada ora.

Il presidente americano apre quindi gli interrogativi sul futuro incerto della Striscia dopo l'annunciata invasione di terra per eliminare Hamas. Un futuro al quale vorrebbe dare una forma il vertice regionale e internazionale «sul futuro della causa palestinese e del processo di pace» organizzato per sabato dall'Egitto, che ha già invitato i leader del Qatar e del Kuwait.

E che ha incassato il sostegno del segretario di Stato Usa Antony Blinken e di Parigi, che vede nell'iniziativa l'esistenza di «un orizzonte politico che può tenere conto del diritto di Israele alla sicurezza e del diritto dei palestinesi a uno Stato». Si è attivato anche il Consiglio di Cooperazione del Golfo, annunciando che martedì terrà una riunione straordinaria dei suoi ministri degli Esteri «per discutere gli sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza».

Israele di fronte a una scelta

Per ora Israele, per bocca dell'ambasciatore all'Onu Gilad Erdan, ha risposto che non ha «alcun interesse ad occupare Gaza o a restarci», ma è decisa a «fare tutto il necessario per distruggere il potenziale di Hamas». Se però Israele entrerà a Gaza in forze, dovrà affrontare una decisione epocale: lasciare un Hamas decapitato ma ancora in controllo della Striscia o rovesciare completamente la sua amministrazione di fatto.

Nessuna delle due opzioni è allettante. Se Hamas sopravviverà, rivendicherà un trionfo strategico sul nemico. Se venisse decimato, non esisterebbe alcuna forza palestinese moderata per sostituirlo e si creerebbe un vuoto politico-amministrativo, non colmabile dalla debole e delegittimata Autorità palestinese di Abu Mazen. Israele non avrebbe altra scelta che assumere il controllo diretto su Gaza, con tutte le conseguenze interne ed esterne del caso: inasprire la militanza palestinese, aggravare le divisioni all'interno della società israeliana e impegnare le sue risorse militari ed economiche in una campagna di contro insurrezione a tempo indeterminato. 

Per questo all'Onu, nelle capitali arabe ed europee si lavora anche all'ipotesi di affidare aiuti e amministrazione basilare all'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, sotto l'egida di una missione a tempo determinato autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Organismo che però resta diviso, come dimostrano le due risoluzione rivali al voto in serata della Russia di Putin (che domani vola in Cina da uno Xi convertitosi alla causa palestinese) e Brasile (presidente di turno del Consiglio): con la prima che non condanna come la seconda «gli atroci attacchi terroristici di Hamas».

Blinken è tornato in Israele

Intanto il segretario di Stato Antony Blinken è tornato in Israele per fare il punto del suo tour in sei Paesi arabi ed avere un aggiornamento della situazione sul campo da Netanyhau, prima di tornare a sorpresa anche ad Amman: segno che forse sta maturando qualcosa. Mentre valuta anche lui una visita in Israele (forse già mercoledì) in segno di sostegno di fronte agli orrori di Hamas, Biden ha tracciato alcune linee precise nell'intervista alla Cbs.

La prima è che gli Usa danno disco verde alla risposta di Israele, che «sta dando la caccia a un gruppo di persone che ha commesso una barbarie tanto grave quanto l'Olocausto», «un branco di codardi» che «si nascondono dietro i civili». «Ma sono sicuro che gli israeliani faranno tutto ciò che è in loro potere per evitare l'uccisione di civili innocenti», ha assicurato in quello che suona anche come un monito. Come quello a non rioccupare Gaza.

Il presidente inoltre ritiene che la normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi arabi non sia morta dopo gli attacchi di Hamas ma che proseguirà perchè è nell'interesse di tutte le parti. Infine l'assicurazione che il conflitto in cui è coinvolto Israele non farà dimenticare agli Usa l'Ucraina: «Siamo la nazione più potente della storia, possiamo occuparci di entrambi».

Lo dimostra il dispiegamento di mezzi aerei e navali nel Mediterraneo orientale. E la selezione di circa 2000 soldati pronti a sostenere le truppe di Israele quando lanceranno l'offensiva di terra a Gaza, con compiti non di combattimento ma di consulenza e supporto medico.