USA 2024 Un comizio in Texas dà il via alla campagna presidenziale di Trump

SDA

26.3.2023 - 08:01

Donald Trump durante il suo discorso a Waco, in Texas.
Donald Trump durante il suo discorso a Waco, in Texas.
Keystone

Donald Trump ha aperto la sua campagna elettorale in un comizio in Texas, dove ha attaccato frontalmente il suo inquisitore alla vigilia della riunione del gran giurì, che lunedì potrebbe decidere sulla sua incriminazione nel caso della pornostar Stormy Daniels.

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«Il procuratore di New York mi persegue per qualcosa che non esiste, non è né un crimine né un delitto, non c'è stato nessun affair con quella faccia da cavallo che non mi è mai piaciuta». Trump apre così la sua campagna elettorale nel suo comizio a Waco, in Texas, e attacca frontalmente il suo inquisitore, paragonando le inchieste che lo incalzano allo «spettacolo horror della Russia stalinista».

Ma il suo comizio davanti a migliaia di fan in estasi è un attacco a 360 gradi contro tutto e tutti, in un momento e in un luogo altamente simbolici. In questi giorni infatti ricorre il 30esimo anniversario dell'assedio di Waco, la controversa operazione dell'Fbi per espugnare il ranch della setta religiosa dei davidiani, sospettata tra l'altro di avere un arsenale illegale. L'assedio, durato 50 giorni e conclusosi con un incendio nel quale morirono 86 persone, è visto da molti estremisti di destra come un esempio degli abusi da parte del governo e i media Usa ritengono che Trump abbia voluto così mobilitare la parte più radicale della sua base, suggerendo un accostamento con la sua situazione di «perseguitato» dalla giustizia.

Nel mirino del suo comizio il «regime di Biden» che usa la magistratura come un'arma trasformando il paese in una «repubblica delle banane», «l'Fbi corrotto», il «deep state» che gli rema contro, le fake news, comunisti e marxisti, l'invasione degli immigrati al confine col Messico, le «elezioni rubate». E poi gli attacchi personali contro Hillary Clinton, Hunter Biden e lo stesso Biden, accusati di aver preso soldi dalla Cina.

Strali anche per Ron DeSantis, considerato il suo principale rivale potenziale nelle presidenziali, tacciato di ingratitudine dopo che lo aveva supplicato per un endorsement a governatore della Florida che lo lanciò «come un razzo». «I nostri nemici – ha attaccato – cercano disperatamente di fermarci e i nostri avversari hanno fatto tutto il possibile per schiacciare il nostro spirito e spezzare la nostra volontà ma hanno fallito. Ci hanno solo reso più forti. E il 2024 è la battaglia finale, sarà quella più importante. Rimettetemi alla Casa Bianca, il loro regno finirà e l'America sarà di nuovo una nazione libera. Sarò il vostro guerriero, la vostra giustizia, la vostra vendetta», ha promesso difendendo anche gli assalitori del Capitol.