Via mascherine e Covid pass In Gran Bretagna è arrivato il giorno del «liberi tutti»

SDA

27.1.2022 - 21:52

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE/AP/Matt Dunham

Via le mascherine e il Covid pass: sono questi i due segnali più forti del ritorno al liberi tutti in Gran Bretagna, dopo la lunga fase di emergenza legata alla pandemia. 

Come da programma, in Inghilterra è scattata l'ultima fase della revoca delle restrizioni, mentre le altre nazioni del Regno si stanno gradualmente allineando.

Prove di ritorno alla normalità, fortemente auspicata dal governo, grazie al successo nella campagna vaccinale e delle terze dosi. Booster decisivi per l'abbattimento dei ricoveri, e che hanno convinto anche Israele a contenere la platea per la quarta dose: solo agli adulti ad alto rischio e agli over 60.

Il 27 gennaio 2022 era la data scelta da Londra per abbandonare il piano B delle restrizioni che era stato adottato dopo l'impennata di Omicron. E si è tornati al piano A, fondato sulle vaccinazioni, a fronte di una diminuzione dei nuovi contagi e con ricoveri ai minimi da mesi.

Così gli inglesi hanno ripreso ad andare nei negozi e a prendere i mezzi pubblici senza obbligo di mascherina, è sparita l'imposizione del telelavoro come anche il tetto alla visite nelle case di cura.

Archiviata anche la (breve) parentesi del mini covid pass vaccinale per discoteche ed eventi di massa. Obblighi sostituiti da raccomandazioni a tenere comportamenti responsabili, perché il virus continua a circolare. Tutto questo è stato possibile grazie ad vaccini, che fanno dei britannici i capofila in Europa con 37 milioni di booster somministrati. E che «stanno restituendo più libertà a questo Paese», ha sottolineato il ministro della Salute Sajid Javid.

Terze dosi elemento chiave anche nel resto d'Europa

Le terze dosi sono considerate un elemento chiave anche nel resto d'Europa per avvicinarsi alla fine della pandemia e abbandonare le ultime restrizioni. L'Ecdc, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha stimato che i richiami somministrati a gennaio potrebbero ridurre i futuri ricoveri ospedalieri legati a Omicron di «500'000-800'000 unità».

E «l'estensione del programma di richiamo a tutti gli individui potrebbe ridurre i ricoveri di altri 300'000-500'000», ha aggiunto l'organismo. Finora in Ue circa il 70% dei 450 milioni di abitanti ha ricevuto due dosi ma solo la metà il booster.

In una fase in cui Omicron continua a correre, ha rilevato ancora l'Ecdc, che nella sua mappa sulla diffusione del Covid ha segnato quasi tutte le zone in rosso scuro. È il caso ad esempio della Germania, dove i nuovi contagi hanno superato per la prima volta i 200mila, seppur con un calo dei decessi. In un Paese che continua a essere indietro sulle immunizzazioni (il 74% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, molto meno di Italia, Francia e Spagna).

Quarta dose per le persone gravemente immunocompromesse

L'efficacia dei booster per la riduzione dei ricoveri rafforza il fronte degli esperti che invocano cautela sulla quarta dose. Secondo il Consiglio francese per l'orientamento della strategia vaccinale (COSV), in questa fase non è necessaria, salvo per «le persone gravemente immunocompromesse».

L'Ema nei giorni scorsi ha espresso lo stesso parere, mettendo in guardia dall'eccessivo ricorso ai richiami in un breve intervallo di tempo.

Su questa linea, adesso, si è orientata anche Israele, primo Paese al mondo a somministrare la quarta dose, offrendola a tutta la platea degli over 60 (finora 600mila). Ma le autorità sanitarie hanno deciso che il secondo booster sarà esteso soltanto degli over 18 ad alto rischio e a distanza di almeno 4 mesi dalla terza iniezione.

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