UE-BalcaniVon der Leyen in Montenegro, futuro regione è nella UE
SDA
29.9.2021 - 17:27
Il futuro del Montenegro e degli altri Paesi dei Balcani occidentali è nell'Unione europea. Lo ha ribadito oggi a Podgorica la presidente della commissione UE Ursula von der Leyen.
29.09.2021, 17:27
29.09.2021, 17:50
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Rispondendo ai giornalisti, von der Leyen ha osservato che lo scopo del suo giro nella regione è proprio quello di confermare esplicitamente la prospettiva di integrazione europea dei Balcani occidentali. «Sono venuta per ribadire l'appoggio al vostro Paese e a incoraggiarvi a proseguire su questa strada», ha detto la presidente della commissione. Spesso non è facile, ha aggiunto, e ci sono degli ostacoli. «Ma il nostro messaggio è che vi vogliamo nell'Unione europea», ha affermato von der Leyen in una conferenza stampa dopo un colloquio col presidente montenegrino Milo Djukanovic.
Dal Montenegro la presidente della commissione si sposterà nel pomeriggio a Belgrado. Da ieri ha visitato anche Albania, Macedonia del Nord e Kosovo. Domani chiuderà il giro in Bosnia-Erzegovina.
A Podgorica Ursula von der Leyen ha al tempo stesso lanciato un appello al dialogo politico interno e al compromesso, con riferimento alla forte contrapposizione tra presidenza e governo del Montenegro.
«Il dialogo politico è necessario in Montenegro per progredire sullo stato di diritto, e dovete essere attenti a non fare passi indietro rispetto a quanto si è conseguito», ha detto la presidente della commissione Ue. Bisogna superare le divisioni e fare in modo che il Montenegro resti un Paese multietnico e multiconfessionale – ha aggiunto von der Leyen. «Un gran numero di cittadini si aspetta dei progressi e per questo dobbiamo vedere dei risultati e il compromesso».
Il presidente Milo Djukanovic ha detto ai giornalisti di aver riferito a von der Leyen della sua insoddisfazione per l'attività e i risultati del nuovo governo di Podgorica, in particolare in campo economico. Dopo la sconfitta elettorale nelle elezioni dell'agosto 2020, con il suo partito andato all'opposizione dopo quasi trent'anni di potere ininterrotto, il presidente Djukanovic ha assunto posizioni molto critiche nei confronti del nuovo governo del premier Zdravko Krivokapic, ritenuto troppo vicino alla Serbia e alla Chiesa ortodossa serba, accusate da Djukanovic di mire egemoniche suyl Montenegro e sull'intera regione dei Balcani occidentali.
Nel Montenegro, indipendente dal 2006 quando con un referendum si staccò da una Unione con la Serbia, un terzo circa della popolazione (appena 620 mila abitanti) è di etnia serba, e la Chiesa ortodossa serba è molto diffusa e popolare (il Paese non dispone di una propria Chiesa ortodossa autonoma). Il Montenegro ha aderito alla Nato nel 2017 nonostante la forte opposizione della Russia, ed è impegnato nel negoziato di adesione alla Ue, al pari della Serbia.