Guerra in Ucraina Zelensky incalza USA e UE al WEF, Putin: «Non ci ritireremo mai»

SDA

16.1.2024 - 20:57

Il 2024 «deve essere l'anno decisivo» per sconfiggere la Russia. Per questo, «dobbiamo ottenere una superiorità aerea» come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero: «Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità». Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky prova a suonare la carica contro il «predatore Putin» al forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) di fronte alla stanchezza della cavalleria occidentale alla vigilia del terzo anno di conflitto in Ucraina.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla durante il 54° incontro annuale del World Economic Forum (WEF) a Davos, Svizzera, il 16 gennaio 2024.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla durante il 54° incontro annuale del World Economic Forum (WEF) a Davos, Svizzera, il 16 gennaio 2024.
KEYSTONE/EPA/Radek

Keystone-SDA

E lo fa con un discorso che risponde indirettamente ai dubbi degli alleati sulla tenuta della resistenza di Kiev, criticando i tentennamenti occidentali sul sostegno militare nella guerra.

Ma da Mosca arriva fulminea la replica dello zar: «È impossibile» che la Russia accetti di ritirarsi dai territori conquistati in Ucraina. E se il conflitto proseguirà, Kiev «potrebbe subire un colpo irreparabile», ha minacciato il leader russo dopo aver decretato il «fallimento completo e assoluto della cosiddetta controffensiva» ucraina, mentre l'iniziativa sul terreno è «totalmente nelle mani delle forze armate russe».

Senza mezzi termini, il capo del Cremlino ha definito «imbecilli» gli ucraini per aver rinunciato a negoziare con Mosca la fine della guerra, sponsorizzando invece una formula di pace che prevede «condizioni proibitive» per la Russia, prima tra tutte il ripristino dei confini del 1991.

Ma l'Ucraina di Zelensky non vuole dialogare con un uomo che «incarna la guerra» e di certo «non cambierà». E non è disposta a rinunciare alla propria battaglia per liberare il Paese, neanche con la guerra in stallo al fronte. Perché Putin non si accontenterà di un conflitto congelato, che inevitabilmente «si riaccenderà», secondo Zelensky, che lancia così un monito ai partner: «Vi ricordo che dopo il 2014 c'è stato un tentativo di congelare la guerra in Donbass. C'erano garanti influenti, tra cui la cancelliera della Germania e il presidente francese. Ma Putin è un predatore non soddisfatto dai prodotti congelati».

Zelensky chiede più sanzioni contro la Russia

Il presidente ucraino ha poi chiesto agli alleati più sanzioni alla Russia – compresa l'industria nucleare – e l'uso degli asset congelati di Mosca per sostenere la difesa di Kiev. «Ogni riduzione della pressione sull'aggressore aggiunge anni alla guerra», ha avvertito Zelensky che non ha risparmiato critiche ai suoi alleati per aver perso tempo nel dare aiuti a Kiev temendo di innescare un'escalation con Mosca.

Nel frattempo, «la risposta di Putin alle richieste di pace sono state forniture di sempre più armi da Corea del Nord e Iran».

Per il leader ucraino, la guerra potrà finire solo «con una pace giusta e stabile. E vogliamo che siate parte di questa pace», ha sottolineato ai leader al forum di Davos, ricordando la decisione di organizzare un summit per la pace a livello di leader proprio in territorio elvetico.

Ma con i due schieramenti in guerra fermi sulle loro posizioni, non c'è spazio per la fine delle violenze e le armi restano la chiave per decidere le sorti della guerra.

Rassicurazioni per Zelensky a margine del WEF 

Agli incontri a margine del WEF, Zelensky ha ricevuto rassicurazioni dai partner che il sostegno arriverà. «Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all'Ucraina e lavoriamo molto strettamente con il Congresso» su questo, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo aver incontrato il presidente ucraino che ha sottolineato quanto sia «essenziale» il sostegno militare americano a difesa dell'Ucraina.

«So che i nostri colleghi europei faranno lo stesso», ha assicurato il funzionario Usa. Ursula von der Leyen ha sottolineato l'obbligo per l'Ue di «continuare a sostenere la resistenza» ucraina, mentre anche il segretario Nato Jens Stoltenberg ha espresso «ottimismo» per il futuro dell'Ucraina.

Stallo sugli aiuti statunitensi

Ma dichiarazioni a parte, resta lo stallo sui miliardi di aiuti promessi dagli americani e da Bruxelles per dare respiro alle forze di difesa di Kiev.

Le prossime settimane saranno decisive per l'approvazione di questi fondi, che si giocano su partite di politica interna mentre l'Europa e gli Stati Uniti si affacciano alle elezioni.

Sotto questo aspetto, di certo non è una buona notizia per Kiev la vittoria di Trump nei caucus in Iowa: il favorito alla nomination repubblicana per sfidare Biden da sempre si fa beffe di ulteriori aiuti a Kiev, giudicandoli uno spreco. Dando per scontata la vittoria della Russia di Putin sull'esercito – e le speranze – dell'Ucraina libera.