Guerra in Ucraina Zelensky alla Casa Bianca, dagli USA «sì» all'invio dei Patriot

SDA

21.12.2022 - 22:13

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un incontro bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'Ufficio ovale della Casa Bianca a Washington DC il 21 dicembre 2022.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un incontro bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'Ufficio ovale della Casa Bianca a Washington DC il 21 dicembre 2022.
KEYSTONE

Volodymyr Zelensky arriva a Washington come Winston Churchill 81 anni fa pochi giorni dopo l'attacco del Giappone a Pearl Harbour. La prima visita del presidente ucraino all'estero in quasi un anno di guerra segna l'inizio di una nuova fase del conflitto contro la Russia e rinsalda l'alleanza con gli Stati Uniti con Joe Biden.

Il presidente degli Stati Uniti annuncia un nuovo pacchetto di armi da quasi due miliardi di dollari, inclusi i Patriot, e assicura il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario, mentre il Cremlino reagisce con stizza avvertendo che non ci sarà alcun progresso sui colloqui di pace.

«Gli Stati Uniti vogliono una pace giusta per l'Ucraina», ha dichiarato Biden nei primi minuti del suo incontro con Zelensky dopo averlo accolto con un affettuoso abbraccio, accompagnato dalla moglie Jill al suo arrivo alla Casa Bianca.

I due leader si era incontrati l'ultima volta nello Studio Ovale nel settembre del 2021, quando l'invasione della Russia era solo una minaccia. Quella volta Zelensky indossava un completo blu e una cravatta dello stesso colore, sguardo disteso e viso sbarbato.

Oggi, mercoledì, ha il volto tirato ed ha indosso la ormai iconica divisa militare. Una visita storica, concordata durante una telefonata tra i due leader lo scorso 11 dicembre, confermata soltanto domenica scorsa e tenuta segreta fino a martedì sera per ovvie ragioni di sicurezza.

Tra gli aiuti non ci saranno gli agognati Atacms

Un viaggio così delicato che la Casa Bianca nel weekend non ha neanche diffuso il programma settimanale di Biden, come sua abitudine, destando qualche sospetto nei giornalisti abituati a conoscere ogni movimento del presidente americano nel dettaglio. Nessuno si aspettava tuttavia l'arrivo di Zelensky nella capitale americana.

Già nell'ultimo loro incontro più di un anno fa, Biden aveva assicurato al presidente ucraino il sostegno nella difesa dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina e, trecento giorni di guerra dopo, l'impegno dell'amministrazione statunitense resta immutato.

«Continueremo a rafforzare la capacità dell'Ucraina di difendersi soprattutto per quanto riguarda i sistemi anti-aerei», ha sottolineato Biden al leader ucraino che onora definendolo «l'uomo dell'anno negli Stati Uniti».

Tra gli aiuti non ci saranno, però, gli agognati Atacms, i super razzi a lungo raggio in grado di colpire fino a 300 chilometri quindi potenzialmente anche in territorio russo, ma sistemi avanzati in grado di frenare i continui attacchi di Mosca sulle infrastrutture strategiche del Paese.

«La guerra non è finita»

Anche nelle ore in cui Zelensky si trovava a Washington sono continuate a suonare le sirene anti-aeree in tutto il Paese. Il presidente ucraino, che ha chiarito che «la guerra non è finita», ha ringraziato Biden per l'aiuto «dal profondo del cuore».

«Sono qui per continuare la cooperazione per avvicinare la nostra vittoria. Il prossimo anno dovremo restituire la bandiera ucraina e la libertà al nostro popolo», è l'impegno del leader ucraino.

L'assistenza degli Stati Uniti non si limita alle armi. Nel budget federale da 1.700 miliardi di dollari che deve essere approvato dal Congresso entro venerdì sono previsti anche 45 miliardi di aiuti all'Ucraina, superiori alla richiesta di 37 miliardi di dollari presentata da Biden.

Dagli USA già circa 68 miliardi di dollari di finanziamenti

Finora, in aiuti militari, economici e umanitari, gli Stati Uniti hanno già fornito a Kiev circa 68 miliardi di dollari di finanziamenti. E non è un caso che il presidente americano riceva Zelensky alla fine dell'anno, prima che i repubblicani riassumano il controllo della Camera a gennaio.

Il presidente americano vuole assicurarsi che il Congresso continui a sostenere in modo bipartisan e compatto l'Ucraina mettendo all'angolo quanti nel Grand Old Party hanno minacciato di non voler più staccare «assegni in bianco» a Kiev.

L'appello di Zelensky a Capitol Hill, nove mesi dopo quello virtuale, deve servire a questo, come quello di Churchill nel 1941 cementò l'alleanza che avrebbe vinto la Seconda Guerra Mondiale e costruito il mondo democratico moderno.