Convegno O-TiCO all'USIMafia, «attenti alla sindrome NIMBY»
Swisstxt
16.9.2021 - 20:40
Di fronte al fenomeno mafioso, «fate attenzione alla sindrome di NIMBY, «not in my backyard», non nel mio cortile. Una sindrome che fino a poco tempo fa esisteva anche nel Nord Italia».
SwissTXT
16.09.2021, 20:40
16.09.2021, 23:21
Swisstxt / pab
L'avvertimento arriva dalla magistrata italiana della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Milano, AlessandraCerreti, intervenuta giovedì al primo convegno dell’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO) organizzato all'USI.
«La Lombardia è un posto che ha spalancato le porte alla mafia»
Il riferimento è all'iniziale negazione della presenza della mafia nelle regioni del Nord Italia da parte dell'opinione pubblica, riferisce la RSI. Presenza che poi invece è stata dimostrata da diverse inchieste che hanno svelato infiltrazioni in Lombardia, Val D'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna e altre regioni. «La Lombardia è un posto che ha spalancato le porte alla mafia, e ci fa affari. Lo dobbiamo dire perché altrimenti non ne usciremo mai», ha dichiarato ai microfoni della RSI la magistrata.
'Ndrangheta «È come una grande holding»
La Svizzera, allo stesso modo «è un territorio di conquista molto interessante, dove le nostre mafie investono terribilmente», ha aggiunto alla RSI Cerreti, ricordando come attraverso i confini elvetici siano passati «traffici di armi e di droga, ma anche il denaro e i latitanti», con le connivenze dei «colletti bianchi». Il quadro normativo, nella Confederazione, col tempo si è evoluto proprio per punire con maggiore severità le organizzazioni criminali, come ha spiegato anche il giudice Roy Garré durante il convegno.
Ma oltre ai progressi normativi, «serve anche un grande passo avanti culturale», ha affermato Cerreti alla RSI. L'organizzazione criminale più pericolosa oggi è la 'ndrangheta, che grazie anche al traffico di cocaina si è arricchita al punto che «oggi il suo problema è dove mettere i soldi», ossia dove riciclare denaro. La 'ndrangheta oggi «è come una grande holding con la testa in Calabria e strutture locali in tutto il mondo, Svizzera compresa», ha osservato.
Di fronte a questo fenomeno, si legge sul portale della RSI, l'unica soluzione possibile è la «coordinazione» tra le autorità giudiziarie dei dei diversi Paesi, per superare quei confini che le organizzazioni criminali hanno già attraversato.