Sconfitta per Zali Il Gran Consiglio ticinese abroga per soli 2 voti la tassa di collegamento

Swisstxt

14.10.2024 - 18:47

No alla tassa di collegamento.
No alla tassa di collegamento.
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Lunedì la tassa di collegamento, detta tassa sui posteggi, è stata abrogata di un soffio dal Legislativo.

Il Gran Consiglio, con 44 voti favorevoli e 42 contrari, ha approvato il rapporto di maggioranza della commissione della Gestione a sostegno dell'iniziativa popolare che il balzello voleva eliminare.

La minoranza appoggiava il controprogetto del Consiglio di Stato, con una versione light della tassa, in cui si sarebbero esclusi i centri commerciali.

Nonostante una Lega più compatta del previsto, per il consigliere di Stato leghista Claudio Zali è una sconfitta.

Non senza una certa verve ha detto: «Voi siete i membri del Gran Consiglio e come tali adottate e abrogate le leggi. Ma siete pur sempre rappresentanti del popolo che sta sopra di voi. Con quale diritto abrogate una legge mai entrata in vigore? Non avendo ancora potuto dimostrare che sia una buona o cattiva legge».

«La legittimazione popolare ce l’avete? Vi ritenete dunque al di sopra del popolo?», ha detto nel suo intervento.

Il consigliere di Stato ha poi chiuso con un sibillino, ma non troppo: «I soldatini colpiscono ancora», riferendosi alla citazione con cui aveva aperto il suo intervento, parlando del film di George Lucas «Guerre Stellari», il cui secondo capitolo s'intitola «L'impero colpisce ancora».

Il dibattito anche se abbreviato, è stato acceso

Il dibattito, come riferisce la RSI, si è svolto in forma ridotta. Lo ha aperto Cristina Maderni (PLR), per gli iniziativisti, ricordando che «la tassa di collegamento, nel periodo d’implementazione di fatto da parte delle aziende, tra il 2016-20, ha fallito nel contenere il traffico. Basata su di un concetto ingiusto e discriminatorio, la tassa non fa che danneggiare l’economia e punire i lavoratori per la sola colpa di recarsi sul posto di lavoro».

Gli ha fatto eco Roberta Soldati (UDC): la tassa «si è dimostrata inefficace. Inoltre è un dato di fatto che essa verrà messa a carico dei dipendenti, di cui la metà è residente. (...) Essi si vedrebbero imputare nuove tasse per circa 900 franchi all'anno. Rispetto alla consultazione popolare del 2016 la situazione è mutata; nel frattempo i cittadini hanno sistematicamente votato contro un aumento delle imposte».

Ha preso la parola la relatrice di minoranza Samantha Bourgoin (Verdi): «Lascia di per sé perplessi la volontà degli iniziativisti di voler eliminare la tassa decisa in votazione popolare e non ancora entrata in vigore. Ancor di più sconcertante il voler impedire ai cittadini di fare eventualmente questa scelta personalmente. Mi pare proprio cattivo gusto che a farsi beffa dei diritti popolari sia l'UDC, che si fregia in ogni occasione di esserne paladina, salvo calpestarli miseramente quando lo ritiene conveniente».

Per «quasi la totalità» del gruppo del Centro Claudio Isabella ha ricordato i 16'000 firmatari. «Quasi due volte e mezzo il numero necessario per la riuscita di un’iniziativa. (...) È troppo facile gridare allo scandalo quando aumentano i premi delle casse malati, ma poi quando abbiamo un vero potere decisionale permettere che il già debole potere d’acquisto venga diminuito».

Intense schermaglie tra Lega e UDC

Per la Lega ha parlato Daniele Caverzasio: «Siamo ancora qua, direi, per parlare di tassa e non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto fatto nel passato. C’è però una cosa in più, la volontà popolare, ed è solo quello. Ma il popolo va ascoltato? O va ascoltato a geometria variabile? Fa un po' strano come su alcuni temi l'UDC dia importanza al voto popolare, mentre qui proponga di abrogare la tassa tout court. Un caso perfetto di due pesi e due misure».

«La realtà sul territorio è che le code ci sono ancora e che la tassa è attuale», ha detto per il gruppo PS-GISO Ivo Durisch: «Solo che una parte politica non la vuole con il principio di non mettere le mani in tasca ai cittadini. In realtà, poi, gli stessi politici votano delle misure che vanno a tagliare servizi a invalidi, anziani, nonché i sussidi per le casse malati. Lo ritengo un discorso ipocrita e di parte».

Per il gruppo UDC è intervenuto Sergio Morisoli: «Pur di non parlare di questa tassa si parla di democrazia diretta. Un totem stiracchiato ognuno dalla propria parte. Per non dire che questa tassa in definitiva, nella sua coscienza, nessuno la vuole. Per non dire che questa tassa fa male a chi sta peggio di noi in questo emiciclo. (...). Si parla di democrazia diretta per non contraddire il proprio consigliere di Stato, perché non penso proprio che il resto della Lega fuori la appoggi. Una Lega da sempre contro tutte le tasse, e oggi contro tutte le tasse, salvo quelle di Zali».

Per i Verdi del Ticino Matteo Buzzi ha ricordato che le «infrastrutture del trasporto stradale nel Cantone sono ormai al limite del collasso, soprattutto nelle ore di punta. È chiaro che la questione va affrontata seriamente. (...). Bisogna incentivare le alternative, da un lato, e introdurre meccanismi che disincentivino, come una tassa sui parcheggi, l’uso dell’auto privata».