Ticino Allentamenti in tre fasi, Merlani: «Vaccinazione unica via d'uscita»

SwissTXT / pab

21.4.2021

Il medico cantonale Giorgio Merlani
Il medico cantonale Giorgio Merlani
archivio Ti-Press

Il Consiglio federale ha annunciato una strategia di allentamento progressivo delle restrizioni in tre fasi, tutte strettamente collegate però alla campagna di immunizzazione.

Cosa ne pensa il medico cantonale ticinese, Giorgio Merlani? La RSI lo ha chiesto direttamente a lui.

«La vaccinazione è uno dei punti centrali della strategia e una buona parte di quello che succederà dipenderà dalla copertura e dall’adesione della popolazione. È chiaro che se avessimo la gran parte delle persone vaccinate, questo aiuterebbe a non avere delle riaperture, ma un ritorno alla normalità. Il problema è che non abbiamo le dosi sufficienti al momento».

Questa strategia non mette pressione alla popolazione?

«Secondo me sono le chiusure che stanno mettendo molta più pressione sulla popolazione. Quindi dare una prospettiva potrebbe essere quello che fa la differenza. Posso capire che ci siano delle persone che non sono entusiaste all’idea della vaccinazione, ma credo che sia veramente l’unica via d’uscita. Capisco che se si inizia a parlare di riaperture e documenti subordinati alla vaccinazione che permettono di viaggiare liberamente, lì il problema non è più dei cantoni, ma della Confederazione che deve fornire dosi adeguate».

Ma se comunque non ci fosse l’adesione auspicata, il passaggio alla fase successiva potrebbe risultare condizionato…

«L’abbiamo sempre detto che in questa lotta siamo tutti insieme, siamo legati a doppio filo perché non è una malattia che tocca solo chi si ammala. Se c’è una malattia trasmissibile che si diffonde all’interno di una specie, tutti i membri sono corresponsabili dell’evoluzione che ha l’infezione».

A due settimane dall'arrivo nelle farmacie dei test fai da te per il Covid-19, sono 47 le persone che finora si sono annunciate dopo essere risultate positive, a fronte di decine di migliaia di kit ritirati nelle farmacie. Si sta però registrando anche una diminuzione del numero dei tamponi classici, che resta tutta da interpretare...

«È importantissimo che le persone che si testano e che sono positive si annuncino in modo che si possa trovare una conferma con un test affidabile e quindi procedere con le misure necessarie. Perché se non si dice niente a nessuno, non si controlla la pandemia. Fare l'auto-test e poi vedere come va, invece di andare dal medico, invece, può essere molto pericoloso. Nei checkpoint sono spariti quasi 200 test alla settimana: perché non vengono effettuati? Ricordiamo che il test fai da te deve essere utilizzato come strumento aggiuntivo, non sostitutivo».