Attentato di Marrakech Il papà di Cristina: «Anche dopo 10 anni resta un calvario»

SwissTXT / pab

28.4.2021

Una fotografia scattata 10 anni fa sul luogo dell'attentato
Una fotografia scattata 10 anni fa sul luogo dell'attentato
archivio Keystone

«Sono passati dieci anni, ma tutti i giorni, con le foto di lei che abbiamo in casa, il pensiero corre sempre lì. Mia figlia aveva 25 anni, Corrado pure e André 22. Per noi è un calvario, non è più una vita normale».

A confidarsi, ai microfoni della RSI, è Arnaldo Caccia, padre di Cristina, una delle vittime dell’attentato che il 28 aprile del 2011 colpì Marrakech, dove una bomba esplose nel caffè Argana. Il bilancio fu di 17 morti, fra questi c’erano anche tre ticinesi.

Corrado Mondana e André Da Silva Costa furono uccisi sul colpo, mentre Cristina Caccia morì una settimana dopo a Zurigo, a causa delle ferite riportate. Riuscì invece a sopravvivere Morena, la loro amica.

«Tutti gli altri attentati che si sono susseguiti in questi anni ci riportano alla memoria questa nostra tragedia. Una tragedia che però è capitata anche ad altri», prosegue Arnaldo Caccia.

All’orizzonte potrebbe esserci un nuovo progetto

Né lui né né gli altri familiari hanno potuto recarsi in Marocco e presenziare oggi alla cerimonia commemorativa, a causa della situazione sanitaria. Tuttavia, «appena si potrà volare organizzeremo insieme alle altre famiglie francesi un’altra cerimonia, e io ci sarò.. – spiega ancora l'uomo – Tra le nostre famiglie ci sentiamo regolarmente, siamo già d’accordo che ci troveremo per una commemorazione».

E all’orizzonte potrebbe anche esserci un nuovo progetto: «Morena ci ha scritto proprio in questi giorni, e ci ha detto che potrebbe pubblicare qualcosa, chiedendoci se abbiamo voglia di collaborare».

Oggi, per ricordare la morte dei tre giovani, le famiglie hanno pubblicato sui giornali un annuncio funebre. Nella foto i giovani sorridono, sotto una frase in corsivo: «Noi correvano intorno al mondo, sulle nuvole, e nel vento».