TicinoA Bellinzona si protesta contro il preventivo cantonale: «Basta tagli»
Swisstxt / red
22.11.2023 - 18:06
A Bellinzona ha preso avvio mercoledì sera la grande manifestazione contro le misure di risparmio proposte nel preventivo cantonale per il 2024.
SwissTXT, Swisstxt / red
22.11.2023, 18:06
22.11.2023, 19:30
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A protestare sono i dipendenti del settore pubblico e parapubblico ticinese (dall’amministrazione, ma anche docenti e personale socio-sanitario), ma le misure proposte nel preventivo 2024 dal Consiglio di Stato hanno fatto accorrere nella capitale anche i cittadini comuni.
Tra le misure di risparmio forse fra le più indigeste, come descrive la RSI, ci sono il contributo di solidarietà fino al 2% sullo stipendio oltre la quota salariale di 60’000 franchi e la mancata concessione del rincaro.
I sindacati OCST, VPOD e SIT hanno dato appuntamento alle 17:00 in Piazza Governo, ma una parte delle diverse centinaia di manifestanti – gli organizzatori parlano di 2'000 persone – ha iniziato a scaldare i motori partecipando al corteo indetto da MPS ed ErreDiPi, la Rete per la Difesa delle Pensioni, su viale Stazione verso Piazza Collegiata.
«Contro i tagli dello Stato rafforziamo il sindacato»
Accompagnato da musiche e slogan, il corteo è stato aperto da un furgone che esibisce lo striscione «Non siamo mica polli», mentre su un altro si legge «Pensioni+tagli! Fine del servizio pubblico», come riporta la RSI.
«Contro i tagli dello Stato rafforziamo il sindacato», è l’urlo che si leva dai partecipanti. «Questi tagli non vanno bene! Sono brutali! Siamo un gruppo di gente che non molla l’osso. L’osso dei tagli non va mollato», dice alla folla Enrico Quaresmini, il presidente di ErreDiPi.
Verso le 17:30 il corteo è arrivato in Piazza Governo, dove è stato accolto da un grande applauso: «Siamo più di 4'000 persone (successivamente la cifra sarà aumentata a quasi 6'000, ndr). Non ci stiamo, stringiamoci – dice un sindacalista della VPOD, invitando la gente a piazzarsi davanti al palco dove verranno pronunciati i discorsi –. Siamo in tantissimi a protestare contro le politiche di uno Stato ottuso. Vergogna governo!».
«È una vergogna»
Come rende noto la RSI, il presidente dell’Unione sindacale Renato Minoli ha introdotto i discorsi ufficiali: «A chi non ne ha si chiede di pagare di più, è una vergogna».
Dopo ha preso la parola Giancarlo Cavalli, operatore del settore sociale, che ha raccontato la storia distopica di Luca relegato in futuro ai margini della società a causa della mancanza di risorse: «Non mettere i soldi dove serve significa assumere costi nel tempo. Il sociale non è una spesa, ma un investimento. Questo dico ai vari Morisoli! La strada dei tagli è sbarrata da noi che ci metteremo sempre in mezzo».
«Gli eroi hanno diritto a una vita dignitosa come tutti»
In seguito è toccata a Claudia Prati, operatrice dei Servizi di cura a domicilio: «Siamo tra incudine e martello. Chi ne paga le conseguenze è il personale assunto a ore nelle strutture SACD. Il sistema è esploso o imploso, ma c’erano segnali chiari di una struttura che stava scricchiolando».
Anche il comparto sanitario si pronuncia con Stefano Padovese, infermiere dell’EOC: «Usciamo da una pandemia dove eravamo eroi, e ora siamo vittime sacrificali che subiscono i tagli. Ma gli eroi mangiano, hanno famiglia e hanno diritto a una vita dignitosa come tutti. Non facciamo profitto e siamo un servizio necessario». La lista degli scontenti è lunga, e altri prenderanno ancora la parola, chiarisce la RSI.