COVID-19 Cantieri ticinesi non ancora a pieno regime

SwissTXT / pab

4.5.2020

Nella foto una veduta panoramica aerea del cantiere Campus Universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello
Nella foto una veduta panoramica aerea del cantiere Campus Universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello
Ti-Press

La fine della finestra di crisi ticinese significa anche la caduta delle restrizioni sui cantieri ticinesi, ma le misure speciali adottate per ridurre i rischi di contagio, continueranno a influire sui tempi e i costi di costruzione.

Al campus universitario USI-SUPSI di Viganello, per esempio, erano attivi 80 operai su 120, con mascherina per tutti ed entrate e uscite gestite con agenti di sicurezza e di polizia. Il progetto stava rispettando i tempi, ora il ritardo è di sei mesi e si prevede un sorpasso di spesa anche perché si entrerà più tardi nella nuova sede.

In giornata era attivo l'80% dell'edilizia ticinese, che continua a risentire anche della chiusura di buona parte dei valichi secondari, la quale rallenta l'afflusso della manodopera frontaliera.

SSIC: «La ripartenza è andata abbastanza bene»

La ripartenza è andata abbastanza bene, secondo il direttore della SSIC Ticino Nicola Bagnovini: «I lavoratori italiani, che hanno vissuto un'altra realtà, sono molto sensibilizzati, ma anche i nostri stanno capendo l'importanza delle distanze sociali sia durante il lavoro che in pausa».

Il settore è cosciente che «se non dovesse andar bene si rischierebbe un nuovo stop molto dannoso per l'economia».

I cantieri ticinesi saranno passati al setaccio dagli organi di controllo: SUVA, ispettorato del lavoro e polizia, ma anche per consulenza dagli ispettori della Commissione paritetica cantonale.

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