Ticino Covid19, a casa centinaia di dipendenti di banche

SwissTXT / pab

6.3.2020

Immagine d'illustrazione
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Keystone

Il Coronavirus sta mettendo a dura prova anche il settore bancario. Sono molte le misure di prevenzione messe in atto dai vari istituti.

UBS Ticino ad esempio, come riferisce la RSI, è una delle prime ad aver adottato delle disposizioni dal 24 febbraio per limitare la propagazione del virus fra i dipendenti. E ora funge da progetto pilota per tutta UBS Svizzera.

Il direttore Luca Pedrotti spiega alla RSI che «si sta affrontando una situazione particolare mai vista prima».

Auto-quarantena e home-working

«In tutto – continua Pedrotti - questa settimana abbiamo messo 200 persone in quarantena volontaria su 750 dipendenti in Ticino, circa il 30% degli effettivi, questo perché hanno avuto contatti con casi a rischio o perché hanno soggiornato o soggiornano in Italia. Purtroppo, abbiamo segnalato anche due dipendenti positivi al test da coronavirus».

Ma tutto il settore è sotto pressione. Credit Suisse ad esempio ha messo in atto simili misure come «l'auto-quarantena, il lavoro da casa, nuove linee guida per gli spostamenti, la divisione locale dei team in diverse sedi di lavoro per ridurre il rischio di infezione e maggiori norme igieniche e di pulizia presso le nostre sedi», specifica Gabriela Cotti Musio, portavoce di Credit Suisse Svizzera italiana.

Fino a mille lavoratori a casa

Anche altre banche più piccole hanno adottato misure precauzionali. Secondo alcune stime, sui 6000 lavoratori in Ticino nel settore bancario sarebbero sino a mille quelli toccati da tali provvedimenti. E non se ne escludono di nuovi.

«Da noi ad esempio - conclude Pedrotti – lunedì prossimo ridistribuiremo il personale sulle nostre 18 filiali nel territorio. E inoltre certe unità operative al fronte cominceranno a fare home-office dal 30% al 50% del personale del team e gireranno a rotazione ogni settimana. Questo ci permetterà di evitare i contatti tra collaboratori».

È ancora presto per avere dati sull’impatto economico della crisi che sarà sicuramente importante, ma «per ora – spiega Franco Citterio, direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese – non ci sono rivendicazioni speciali, ci ritroviamo in quello che l’economia in generale sta chiedendo allo Stato. Quindi di poter avere semmai aiuti e investimenti. Il lavoro ridotto per noi non è una priorità, ma alla lunga potrebbe essere un’esigenza. A rischio inoltre ci sono gli eventi e le azioni organizzate dalla ABT».

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