Accuse di Amnesty Centri d'asilo, violenze anche in Ticino

SwissTXT / pab

19.5.2021

Immagine d'illustrazione
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archivio Ti-Press

Nei centri federali d’asilo di Chiasso e Balerna ci sono stati casi di violenza e abusi. La conferma arriva da Amnesty International.

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L'ONG ha presentato il suo rapporto in cui sono documentati svariati casi di maltrattamenti commessi dagli agenti di sicurezza privati in 5 centri della Svizzera romanda e tedesca, ma anche il Ticino è coinvolto, come ha confermato la giurista dell'organizzazione Alicia Giraudel al Telegiornale della RSI.

«Il Cantone non è stato inserito nel report perché non abbiamo avuto interviste dirette con migranti, ma abbiamo avuto conferma da altre organizzazioni che lavorano in Ticino di casi simili agli altri centri federali presi in esame». Si parla di percosse, maltrattamenti sino all'utilizzo delle cosiddette «sale di riflessione», dove i migranti per punizione vengono rinchiusi per alcune ore.

Anche un recente rapporto della Commissione nazionale per la prevenzione della tortura relativo alla verifica dei centri federali per richiedenti l’asilo si parlava di violenze.

Come si legge, «il personale addetto alla sicurezza nei CFA visitati è intervenuto varie volte con lo spray al pepe e ha utilizzato la 'camera di riflessione'. 'Sale di riflessione' che di fatto sono celle di isolamento, esistono in tutti i centri - spiega Giraudel - in alcuni casi sono container all’aperto, e da quello che sappiamo sono utilizzati in Ticino».

Inoltre la Commissione era venuta a conoscenza di diversi procedimenti penali nei confronti di addetti alla sicurezza denunciati da richiedenti l’asilo per violenza sproporzionata o arbitraria e abuso d’ufficio. Un caso riguarderebbe anche il Ticino.

La SEM risponde alle accuse

«Dire che i diritti umani sono stati violati nei centri federali di asilo e che i richiedenti sono torturai sono affermazioni che non corrispondono per nulla alla realtà - spiega Anne Cesard, portavoce della SEM - in uno stato di diritto come la Svizzera. Questo mette la Segretaria di Stato per la migrazione, in quanto autorità statale svizzera, sullo stesso piano di una dittatura militare. E la SEM non ha nulla a che vedere con questo».

La SEM ha inoltre annunciato di aver tolto i container in alcuni centri in aprile.