Stamane, vicino al capannone di Via Belvedere, sulla piana del fiume Cassarate, sotto il nucleo di Canobbio, sono arrivati in lacrime gli amici del 20enne che, ieri sera, erano corsi sul posto, dopo essere stati avvisati dalla ragazza che si trovava con il giovane.
Avevano tentato di entrare nel capannone per prestare aiuto al loro amico, ma la porta metallica della struttura, chiusa, non lo aveva loro permesso. Avevano capito dove si trovava il loro amico, vedendo attraverso i vetri la luce del suo telefonino. Poi sono arrivati i soccorritori, pompieri e polizia pure avvisati dalla ragazza. E sono stati i pompieri ad aprire un varco.
«Per noi era un fratello
Pare che il giovane, dunque, che abitava proprio vicino al capannone semi-dismesso, fosse salito sul tetto per guardare la stellata di ieri sera. Facile accedere alla struttura. Se il cancello è chiuso, si entra dal bosco, dove il tetto della capannone inizia.
Quando il dramma è accaduto erano circa le 21.40. La copertura di eternit del vecchio capannone, sotto il quale si trovano solo alcune vecchie auto parcheggiate, ha ceduto. Un volo di 10 metri, terminato sul duro cemento del pavimento, che ha dato scampo al giovane. I sanitari della Croce verde, una volta riusciti a entrare per soccorrerlo, non hanno potuto fare nulla.
La vittima aveva da poco cominciato a lavorare in una casa anziani, hanno riferito gli amici, che hanno sottolineato: «Per noi era un fratello».