Tre morti Dramma di Giubiasco: «Erano insieme da un anno»

SwissTxt / pab

18.5.2020 - 10:32

Il fratello dell'uomo ucciso assieme alla compagna da un ex poliziotto che poi si è suicidato all'Osteria degli Amici di Giubiasco si è espresso su laRegione. La comunità intanto è sotto shock: erano tutte persone benvolute.

Ha lasciato sgomento un intero paese la tragedia di Giubiasco, dove domenica un ex poliziotto in pensione da pochi mesi ha sparato e ucciso la ex moglie (da cui stava divorziando) e l'attuale compagno all'interno del locale.

Poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è suicidato. Sia l'autore della sparatoria, sia le due vittime erano persone note in zona e tutte erano benvolute. L'ex agente di polizia, si era da poco trasferito nel locarnese.

«La loro relazione durava da un anno»

L'attuale compagno della 47enne uccisa, era il direttore della Cantina sociale di Giubiasco (CAGI), che si trova proprio poco distante dal luogo della tragedia. «La loro relazione durava da un anno e mio fratello era felicissimo di stare con lei. Siamo una famiglia unita, ci riuniamo spesso per le festività, ed ora cosa ci resta?», racconta alla Regione il fratello.

«Sappiamo solo com'è morto, prosegue il fratello del direttore della CAGI, non conosciamo i dettagli. Ci siamo visti in cantina ancora pochi giorni fa e nulla indicava l'esistenza di un problema tanto grave da indurre l'ex marito a risolverlo così. Inoltre mio fratello era una persona tranquilla, un non violento per natura».

Con l'arma d'ordinanza

La polizia ha già individuato dei testimoni, che potranno chiarire meglio la dinamica di quanto accaduto, ma non è ancora chiaro se abbiano assistito direttamente alla sparatoria, che è avvenuta verso le due del pomeriggio durante la chiusura del locale.

Come detto l'ex-poliziotto ha usato l'arma di ordinanza. Come mai ne era ancora in possesso, pur essendo ormai in pensione? «Ogni agente che va in pensione ha la facoltà di ritirare la propria arma, che diventa poi privata. E può essere usata per andare a sparare allo stand di tiro», spiega ai microfoni della RSI Claudio Ferrrari, portavoce della polizia cantonale ticinese.

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