Covid Covid: «Quasi un quarto dei Ticinesi è entrato in contatto col virus»

pab

12.7.2021

Il medico cantonale ticinese Girogio Merlani
Il medico cantonale ticinese Girogio Merlani
Ti-Press

I risultati dello studio di sieroprevalenza mostrano che il 22% della popolazione ticinese è entrata in contatto con il Sars-CoV-2 dall'inizio della pandemia. De Rosa: «Un'estate diversa da quella del 2020». Merlani: «Attenzione a rilassarsi, il virus circola molto ed è più contagioso. Fate attenzione all'estero. Vaccinatevi, l'immunità di gregge è una chimera».

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12.7.2021

Ad aprire il punto informativo è stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS): «A un anno di distanza possiamo presentare risultati più solidi. L’impegno delle autorità e di chi si è messo a disposizione è stato determinante».

«Questo è un nuovo importante capitolo nella conoscenza del virus. È un aspetto fondamentale poiché dobbiamo imparare a convivere con esso e conoscerlo meglio significa poterlo combattere meglio. Le incognite rimangono molte, la maggior parte legate alle varianti, alcune delle quali rimangono preoccupanti», ha continuato il capo del DSS.

De Rosa ha poi fatto una rapida carrellata sulla situazione pandemica a livello mondiale, concentrandosi sull’Europa, attirando l’attenzione su quei Paesi più colpiti, come la Spagna, dove la variante Delta, molto più trasmissibile, sta dilagando: «I giovani viaggiano, si spostano. Questo può essere pericoloso, la prudenza deve rimanere d'obbligo».

Cronistoria
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Un'estate non paragonabile a quella del 2020

«La situazione in Ticino non è molto stabile. Rispetto al finesettimana passato abbiamo avuto un'avanzata del +42%, con 37 nuovi casi. Quest’estate non è paragonabile alla precedente. Diverse cose sono diverse: ci sono le varianti, abbiamo meno misure restrittive e c’è una fascia della popolazione non vaccinata, quella dei giovani».

«I casi d’importazione dalle vacanze rientrano tra i numeri in aumento degli ultimi giorni. Ci troviamo all’inizio di una nuova fase», ha sottolineato De Rosa, invitando a «restare vigili» dando prova di «responsabilità e consapevolezza anche in vacanza».

«Se vogliamo agire per proteggerci da una quarta ondata dobbiamo agire ora: lancio un appello a chi ancora non si è deciso: fatevi vaccinare, è davvero il momento. È ora che possiamo fare la differenza. Ne abbiamo le capacità, i vaccini ci sono. Approfittatene. L’immunità di gregge la si raggiungerà solo tra qualche anno».

Ringraziando i volontari che hanno partecipato allo studio di sieroprevalenza, i medici che si sono messi a disposizione e tutti gli operatori sanitari coinvolti, De Rosa ha terminato ricordando l'importanza della prudenza e dei comportamenti adeguati, riassunti nella campagna informativa con: limitare i contatti, testare al minimo sintomo, proteggere e proteggersi usando la mascherina dove è obbligatorio e vaccinarsi il prima possibile. 

I quattro comportenti da rispettare
I quattro comportenti da rispettare
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Lo studio mostra l'andamento della pandemia

La parola è poi passata a Martine Bouvier Gallacchi, capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria, per la presentazione dei risultati dello studio sierologico, avviato nella primavera del 2020 per capire quanto il virus fosse diffuso, coinvolgendo un campione rappresentativo di circa mille persone che si sono più volte recate dal medico per sottoporsi a un test rapido ELISA donato dalla società IBSA.

Dopo aver ricordato le modalità con cui si è svolto, è passata a elencare i risultati principali.

«La prima volta che abbiamo dato i risultati eravamo a maggio del 2020 e all'epoca c'era il 9% delle persone che hanno partecipato che erano entrate in contatto col virus. La percentuale è rimasta la stessa anche durante l'estate, fino al mese di luglio».

«La percentuale è aumentata in coincidenza con la seconda ondata, arrivando al 14% nell'autunno dello scorso anno».

Il 22,4% dei ticinesi in contatto col virus

«La situazione, mesi dopo», durante i quali vi sono state altre due ondate che hanno fatto all’incirca 640 morti, 3’000 ricoveri e 30’000 contagi, «è cambiata notevolmente». Il Covid dalla sua apparizione anche in Ticino all’incirca 18 mesi fa ha contagiato circa il 22,3% della popolazione, all’incirca 80’000 persone.

«Non si trova nessuna differenza tra uomini e donne e nessuna neppure per le fasce d’età. Il fatto d’infettarsi non dipende quindi dall’età», ha sottolineato la dottoressa. 

Lo studio ha permesso di determinare anche che nella maggioranza dei contagiati è stata verificata la presenza di anticorpi dopo un anno. «Sono dati confortanti», ha sottolineato Gallacchi.

«La situazione può essere peggio»

La parola è passata al medico cantonale Giorgio Merlani: «Ci stiamo accorgendo tutti che questa non è un'estate come quella dello scorso anno. Uscivamo da una situazione drammatica e traumatica, c'erano ancora forti restrizioni, tutti stavamo molto attenti. Il virus con il quale dovevamo combattere era "piuttosto blando". Ora invece abbiamo a che fare con un virus molto più aggressivo, prima con la variante Alfa, l'inglese e adesso con la variante Delta (indiana) che prenderà il sopravvento. Quindi la situazione può essere peggiore di prima». 

«Nello stesso periodo dello scorso anno abbiamo avuto diversi giorni con dei doppi zeri, nessun contagio e nessun morto. Oggi non è più il caso. Però grazie al vaccino i casi gravi sono pochi e da settimane non registriamo decessi. È confortante, ma restiamo vigili. Il virus ci sta dando segnali chiari che non vuole scomparire. In molti potrebbero ancora ammalarsi. Stiamo attenti», ha ribadito Merlani.

«Rilassarsi è comprensibile, ma ogni azione avrà conseguenze»

«Il virus continua a circolare. È un virus meglio trasmissibile. E la nostra "bravura" a seguire le regole sta venendo meno anche perché la pazienza ha toccato il fondo».

«La situazione di rilassamento è comprensibile perché non possiamo vivere da reclusi. Ma dobbiamo sempre essere coscienti che le nostre scelte hanno e avranno delle conseguenze», ha sottolineato il medico cantonale, accennando brevemente alle scene di festa osservate per la finale dei campionati europei di calcio di ieri sera. 

«Possiamo andare avanti con un cauto ottimismo perché abbiamo la vaccinazione. Spero che i 67.000 di ieri allo stadio di Wembley a Londra, tutti senza mascherina, fossero tutti vaccinati, ma... non ci credo», ha detto, il medico cantonale, esprimendo il timore che l’abbassamento della guardia porterà allo sviluppo di altri focolai anche in Ticino.

«Prendete appuntamento ora per essere vaccinati in ottobre»

L’invito, rivolto a tutti da Giorgio Merlani, è di farsi vaccinare al più presto. I due preparati disponibili in Svizzera, quello di Moderna e di Pfizer/BioNTech, sono entrambi efficaci anche contro le nuove varianti, proteggendo in modo esteso dalle conseguenze più gravi.

«Perché aspettare?», si è chiesto retoricamente il medico cantonale che ha avvertito: «È un peccato avere uno strumento efficace contro il virus e non usarlo. Se volete essere immunizzati totalmente per il 15 ottobre l’appuntamento dovete farlo adesso, perché ricordiamocelo bene: dobbiamo contare sei settimane per essere completamente immuni».

A favore della vaccinazione, ha ricordato il medico cantonale, parla anche il fatto che gli studi dimostrano che chi si fa immunizzare è protetto molto più a lungo di chi ha fatto la malattia. «Basti ricordare che il Certificato Covid per chi ha fatto la malattia dura solo sei mesi, mentre per chi si è fatto vaccinare dura per un anno».

A ulteriore prova dell'efficacia del vaccino, Merlani ha mostrato i dati delle case anziani: «Dal 25 gennaio 2020 non si sono più registrati casi di malati Covid nelle case di riposo anche se la situazione fuori era molto difficile. Non abbiamo adottato misure più restrittive. Ma il 25 gennaio erano passate tre settimane dalla prima vaccinazione».

Prudenza con le vacanze all'estero

Merlani ha poi ribadito di essere prudenti se si va in vacanza all'estero: «Chi vuole andare in ferie studi bene la situazione poiché ci sono Paesi europei dove il numero dei casi è in forte aumento». Il 20-25% dei nuovi casi registrati attualmente in Ticino, ha ricordato Merlani, sono importati da due zone, che non ha nominato.

Si è però chiaramente capito che si tratta di quelle attualmente colorate di rosso sulla cartina e cioè la Penisola iberica e la Gran Bretagna, dove domina la variante delta.

Cartina pandemia
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Per esplicitare come sia veramente più contagiosa Merlani ha mostrato un grafico in cui si mostra la situazione dei casi in Svizzera: «In un mese si è passati dal 2% di casi di Delta al 45%».

La situazione in Ticino, che ha un ritardo di circa una settimana nel trattamento dei dati, la Delta rappresentava il 22% dei nuovi casi. 

«L’immunità di gregge è una chimera»

In conclusione Merlani è tornato sugli obiettivi della campagna vaccinale: «Non voglio dirvi una cifra, ma più alta è meglio è. L’immunità di gregge è una chimera. Non ci arriveremo e non è il nostro obiettivo. Il virus continuerà a circolare. Il nostro obiettivo è evitare i decorsi gravi. Quindi bisogna farsi vaccinare».

«E questo vale soprattutto per le persone con più di 50 anni. Attualmente i più a rischio sono loro. Lo dimostrano tutti i dati. Dopo i 50 anni i decorsi sono veramente più gravi».

«Continueremo con il nostro studio sierologico. Pensiamo sia importante, anche per vedere che impatto avranno le nuove varianti. In Ticino abbiamo il 42.5% della popolazione completamente vaccinata e la Delta sta arrivando. Estendiamo lo studio di 12 mesi con due nuovi prelievi, uno a novembre 2021 e uno a maggio 2022», ha spiegato Merlani.

«Informatevi, fatevi vaccinare. Testatevi, soprattutto se siete andati in vacanza all'estero o se siete andati a Wembley e volete andare a trovare i vostri nonni o partire come monitore per una colonia. Fate uno di quei test seri in farmacia 5-7 giorni dopo il vostro rientro», ha concluso Merlani.

Prossimi passi
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