Giustizia Sfruttava le connazionali in un giro a luci rosse, cinese alla sbarra a Lugano

Swisstxt / Red

10.4.2024 - 18:30

Un caso emerso nel 2022.
Un caso emerso nel 2022.
tipress

Due anni sospesi e l’espulsione dalla Svizzera per la principale imputata cinese, 11 mesi e l’espulsione per il marito italiano: queste le richieste di pena formulate dalla procura al processo di mercoledì a Lugano, uno dei primi a fare emergere in Ticino un giro a luci rosse cinese.

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Il fenomeno, ricorda la RSI, era più conosciuto a Milano e, in parte, a Zurigo.

Il caso era emerso grazie un raid di polizia nel 2022 a Viganello, dove era stato notato un viavai sospetto e dove c'era stata la testimonianza chiave di una prostituta trovata in un appartamento.

Stando alla ricostruzione della magistratura, era la donna finita alla sbarra a gestire l’arrivo in Ticino delle escort sue connazionali, a trovare luoghi, pubblicare annunci e simili. In cambio si sarebbe tenuta metà dei soldi che le ragazze incassavano.

Ragazze sfruttate

La donna, secondo l'accusa, sfruttava lo stato di dipendenza delle ragazze, vittime senza permesso che non conoscevano nessuno nella regione e non parlavano la lingua.

Più sfumato il ruolo dell'uomo. Per entrambi i difensori chiedono l'assoluzione. I capi di accusa includono l'usura, il promovimento della prostituzione, il ripetuto esercizio illegare della prostituzione e l'incitazione al soggiorno illegale, riporta l'emittente di Comano.

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