Al posto della LIA Gli artigiani ticinesi bocciano il marchio

SwissTXT / pab

10.6.2020

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

«È solo un altro marchio che non garantisce alcun tornaconto economico».

Gli artigiani ticinesi sono i primi a respingere l'idea di creare un label per sostenere le ditte ticinesi, avanzata dalla Commissione parlamentare nel rapporto con cui invita il Gran Consiglio a bocciare l'iniziativa che, dopo l'abrogazione della discussa legge sulle imprese artigianali (LIA), voleva introdurne una nuova versione per salvare quanto possibile, albo compreso.

Una proposta che, stando alla Commissione che ha sottoscritto un rapporto unanime, rischia di suscitare un'altra serie di ricorsi e di scontrarsi contro gli stessi ostacoli che aveva portato all'abolizione della LIA.

Da qui il suggerimento di mettere in pratica quel poco che le norme svizzere permettono per proteggere il lavoro delle aziende locali, senza però ledere le libertà di impresa e di commercio.

Un segno distintivo dalla concorrenza estera

Tra le poche strade percorribili viene indicata la possibilità per le ditte ticinesi proteggersi dalla concorrenza estera con un segno distintivo che possa incitare la clientela a scegliere volontariamente un artigiano locale.

Ogni associazione di categoria dovrebbe provvedere a crearselo da sé. Ma la soluzione non piace, per esempio all'Unione associazioni dell’edilizia che raggruppa undici associazioni artigianali e che aveva appoggiato la LIA, come sottolineato alla RSI dal presidente Piergiorgio Rossi.

La perplessità principale concerne l'efficacia del marchio poiché, spiega, chi si impegna a rispettarne le regole, rischia di non aver alcun vantaggio.

Contrario anche il più accanito oppositore alla LIA

Netta opposizione anche da parte di Andrea Genola, primo firmatario della petizione che aveva raccolto 4'500 firme per l'abrogazione della LIA poiché metteva in difficoltà gli artigiani indipendenti, non rappresentati dalle organizzazioni professionali.

«Mi aspetto - afferma - che un label rilasciato dalle associazioni poi diventerà obbligatorio per le opere pubbliche. Ciò che reintrodurrebbe lo spirito LIA per escludere qualcuno. Oggi più che mai non abbiamo bisogno né di burocrazia né di costi».

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