Edilizia Contratto nazionale: gli impresari ticinesi vogliono correttivi

SwissTXT / pab

3.12.2018 - 21:04

Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino (SSIC).
Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino (SSIC).
Ti-Press (archivio).

La Società ticinese solo in parte felice per il rinnovo del contratto nazionale: "Aumenti difficilmente sostenibili". I sindacati: "Nessuno sconto"

"Il discorso della flessibilità chiesta inizialmente non è passato e ci preoccupa in modo particolare per il Ticino, dove i salari sono mediamente più bassi rispetto al resto della Svizzera, l’aumento di 80 franchi a tutti per il primo gennaio 2019 e altri 80 franchi per l’anno successivo. Centosessanta franchi di aumento in due anni corrispondono a circa il 3,2% sui nostri salari”.

Si esprime così Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino (SSIC), in merito all’intesa, raggiunta lunedì, sul rinnovo del contratto nazionale mantello per il settore dell’edilizia. L’accordo, che deve ancora essere ratificato, mantiene inoltre il prepensionamento anticipato a 60 anni.

Salari: "il rischio di abusi potrà aumentare"

Per quanto riguarda l’aumento salariale, aggiunge Bagnovini, la differenza fra gli stipendi d'oltreconfine e quelli ticinesi sarà ancora più elevata, quindi "il rischio di abusi potrà aumentare.

Ma non solo: per le aziende ticinesi questi aumenti salariali - afferma il direttore della SIC - saranno difficilmente sostenibili senza un aumento dei prezzi per i committenti. Bagnovini spera quindi nel rinnovo del contratto collettivo cantonale, con le trattative che inizieranno a breve

"Cercheremo di riprendere gli aspetti positivi del contratto nazionale su quello cantonale, e vedremo se riusciremo a correggere un po’ il tiro per far fronte alle particolarità del cantone”, aggiunge ai nostri microfoni.

I sindacati: "Nessuno sconto"

Ma anche in questo caso, le discussioni fra le parti non saranno semplici. Paolo Locatellidel sindacato OCST afferma infatti che "se si tratta di comprendere la difficile situazione che vive il settore dell’edilizia in Ticino, siamo pronti ad ascoltare e cercare rimedi, ma se si tratta, come temo, di pretendere uno sconto su quanto concordato a livello nazionale, francamente, non ci siamo e non ci sarà spazio”.

Gli fa eco Dario Cadenazzi di UNIA, il quale aggiunge: "Siamo in attesa di eventuali proposte padronali, nella speranza che non si vada ancora a toccare quella flessibilità che non è tollerabile da parte dei lavoratori”

Prima dell'inizio delle trattative per il CCL cantonale occorre comunque ancora che l'intesa raggiunta oggi venga accolta dalle assemblee dei delegati delle organizzazioni firmatarie. In caso affermativo, il contratto nazionale mantello entrerà in vigore il primo gennaio e sarà valido per quattro anni.

Si esprime così Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino, in merito all'intesa, raggiunta lunedì, sul rinnovo del contratto nazionale mantello per il settore dell'edilizia. "Cercheremo di riprendere gli aspetti positivi su quello cantonale, e vedremo se riusciremo a correggere un po' il tiro", aggiunge alla RSI.

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