Massi, anche di grosse dimensioni, che si staccano dalla montagna e precipitano a valle rotolando lungo il canale del Chüebodenhorn, vetta che si trova sul crinale che divide il Canton Ticino dal Vallese.
Le impressionanti immagini pubblicate nei giorni scorsi sulla pagina Facebook della Capanna Piansecco sono state girate oltre i 2'000 metri di quota.
Le rocce vanno a finire anche sulla traccia che porta al Gerenpass, in una zona piuttosto frequentata che aveva assunto una notevole notorietà un paio di anni fa per la presenza di iceberg nell'acqua del laghetto.
Zona che ora, agli escursionisti di passaggio alla capanna, viene sconsigliato di frequentare. Chiudere non si può, in quanto si tratta per l'appunto di una traccia «e non di un sentiero ufficiale» delle rete alpina. Il rifugio non corre invece pericoli e rimane aperto. La situazione è monitorata da un geologo.
La caduta dei massi è dovuta al caldo - l'isoterma di zero gradi da giorni si situa a oltre 4'700 metri - e al conseguente scioglimento del permafrost o di un rimasuglio di ghiaccio, che fin qui li tratteneva.
Problemi anche sul Cervino
Due frane si sono staccate domenica mattina pure sul Cervino: la prima sul versante italiano, lungo la parete sud, lontano quindi dalla via normale di ascesa. Un secondo crollo è avvenuto invece sul versante vallesano, nell'area della Cresta di Zmutt.
Nessuna persona risulta coinvolta, ma in via precauzionale, considerate le alte temperature e i crolli, le guide alpine italiane hanno deciso di sospendere per domani, lunedì, le salite alla vetta e di valutare poi come proseguire in base alle condizioni. Non vi sono al momento ordinanze di chiusura della via normale italiana.