Acquisizione il Caffè I rischi della concentrazione mediatica

SwissTXT / pab

10.5.2021

Meno editori che gestiscono più testate
Meno editori che gestiscono più testate
Ti-Press

L'acquisizione de il Caffè da parte del Corriere del Ticino ha riportato alla luce un tema molto attuale in ambito giornalistico: la concentrazione mediatica, ovvero quando pochi editori gestiscono tante testate. 

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Un fenomeno diffuso, a cui ci si aggrappa molte volte per fronteggiare la crisi che sta colpendo il settore.

«Quello che succede in Ticino è molto simile a quello che accade in tutta la Svizzera e in Europa. Il numero dei proprietari dei media si fa sempre più piccolo e due giornali che hanno lo stesso editore hanno meno interesse a essere rivali», commenta ai microfoni della RSI Urs Thalmann, direttore di Impressum e membro della Commissione federale dei media. In questo modo a farne le spese è dunque il pluralismo dell'informazione.

La libertà delle redazioni, è stato ribadito più volte domenica, sarà tuttavia garantita anche con il nuovo prodotto editoriale, la Domenica, che sarà disponibile da agosto. «Il nuovo direttore ha dato alcune garanzie, sarà un osservato speciale, perché sapendo di avere questa forza e questa grande posizione sul piccolo mercato ticinese, dovrà garantire qualcosa di molto importante che riguarda anche la formazione dell'opinione pubblica», ha dichiarato invece Monica Piffaretti, prima donna a dirigere un quotidiano, laRegione, nel Cantone.

«La qualità va pagata»

Opinione pubblica, che per Thalmann, passa dalla pluralità dell'informazione: «Il pubblico ha bisogno di comparare fonti diverse e questo si sta perdendo con il passare del tempo in tutta la Svizzera».

Piffaretti non ha infine dubbi su cosa sia necessario per avere un prodotto editoriale di valore: «La qualità va pagata, il cittadino deve capirlo. Di gratuito di qualità, solitamente c'è poco o niente».