Il Grand Hotel di Locarno, maestoso edificio ricco di storia abbandonato da 15 anni, verrà ristrutturato. Lo riporta la RSI.
Il gran salone dell'Hotel nel 2003.
Il lampadario di Murano più grande al mondo, fotografato all'interno del Grand Hotel nel 2019.
Un dettaglio del lampadario.
Il gran salone dell'Hotel nel 2003.
Il lampadario di Murano più grande al mondo, fotografato all'interno del Grand Hotel nel 2019.
Un dettaglio del lampadario.
Nella giornata di giovedì il Gruppo Artisa ha depositato la domanda di costruzione per ottenere la licenza edilizia. I lavori potrebbero iniziare entro gennaio 2022.
«Abbiamo depositato la domanda per il restauro e il recupero della struttura, per farla tornare un albergo internazionale», racconta Niccolò Meroni, responsabile della comunicazione, ai microfoni dell'emittente di Comano.
Un edificio ricco di storia
L'architetto che si occuperà del restauro è Ivano Gianola. I lavori dovranno rispettare le caratteristiche storiche e artistiche dell'edificio, integrandole alle esigenze di un albergo moderno. Si vuole mantenere la struttura originale, che rimanda al clima della Belle Èpoque.
«C'è qualcosa di molto particolare in questo albergo, in questa entrata con le tipiche zone di foyer», racconta Gianola alla RSI.
L'interno «è formato da un grande vuoto passante, lungo circa 70 metri, che lo attraversa orizzontalmente e verticalmente, creando uno spazio dal carattere spirituale, che pone oggi il Grand Hotel come uno degli edifici importanti dell'architettura, non solo a livello cantonale», aggiunge l'architetto.
Ma ci saranno anche tocchi moderni
«Avremo camere e suites rinnovate», oltre a «tre ristoranti che valorizzeranno il territorio e i suoi sapori ma anche i sapori internazionali», specifica Meroni.
Il responsabile della comunicazione spiega che ci sarà anche una grande SPA, «con una serie di aree relax e percorsi acquatici all'interno delle grotte, tutto molto scenografico».
«È chiaro che oggi l'architettura ha delle esigenze conquistate dalla modernità, il tema del riscaldamento, del fuoco, dei disabili. Sono elementi a cui fare attenzione, ma è anche il bello, la sfida dell'architettura moderna verso un edificio estinto», conclude Gianola.