Una riflessione Il Tour de France fa il pieno di turisti. Avrebbe potuto beneficiarne anche il Ticino?

SwissTXT / red

30.4.2023

I ciclisti del Tour de France attraversano la città di Losanna il 9 luglio 2022
I ciclisti del Tour de France attraversano la città di Losanna il 9 luglio 2022
rchivio Keystone

Bilancio positivo, negli scorsi anni, a Berna e Losanna. La decisione ticinese di non ospitare la gara per ragioni finanziarie sembra essere controproducente.

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Il Governo ticinese ha bocciato la richiesta di elargire cinque milioni di franchi per permettere al Ticino di ospitare le prime tre tappe del Tour de France nel 2027. Il Consiglio di Stato - come reso noto venerdì - ha detto «no» perché ritiene che non sia il momento di fare investimenti del genere: né le casse, né il decreto Morisoli glielo permetterebbero.

Ogni anno, le città europee che si candidano per ospitare la più grande gara ciclistica del mondo sono ben 250. Un anno fa, Losanna è riuscita a ottenere l'arrivo di una tappa, e organizzarla è costato circa 1,5 milioni di franchi. Di questa cifra, 600'000 franchi sono stati messi a disposizione della città, 500'000 dal Canton Vaud e il resto da sponsor.

Nel 2016, quando la tappa finiva a Berna, il budget ammontava a 2 milioni di franchi, un terzo pagato dalle casse pubbliche. I cinque milioni chiesti dal gruppo promotore al Consiglio di Stato rappresentavano dunque la cifra minima necessaria per far avanzare la candidatura ticinese a Parigi.

La lettura del mondo economico

Un evento sportivo di portata mondiale sul territorio ticinese avrebbe senz'altro potuto far beneficiare alcuni settori dell'economia. La rinuncia a questa opportunità ha fatto scattare l'allarme per un possibile smarcamento dello Stato sul fronte degli investimenti da parte della Società svizzera impresari e costruttori (SSIC).

Il presidente della sezione ticinese, Mauro Galli, ritiene - come si legge sul sito della RSI - che le ultime decisioni prese dal governo, come quella di non partecipare alla fiera OLMA del 2024, sono «un po' troppo severe» e dettate da una «prudenza eccessiva», perché questo genere di avvenimenti rappresentano delle buone occasioni per generare entrate.

L’impatto mediatico della gara è indiscutibile: durante l’ultimo Tour de France sul suolo svizzero, le immagini della città di Berna erano state viste da 4 milioni e mezzo di persone. Il governo bernese, soltanto tre mesi dopo l'evento, parlava già di bilancio positivo, soprattutto per il turismo immediato, per le migliaia di pernottamenti durante la gara.

Ma soprattutto erano attesi benefici a medio termine, esattamente come con gli Europei di calcio del 2008, che negli anni successivi a Berna hanno avuto ricadute positive stimate in oltre 60 milioni di franchi.

«L'evento avrebbe visto partecipe l'intera regione»

Trattandosi di un evento fortemente mediatizzato, il Tour de France avrebbe certamente ingolosito anche il settore turistico ticinese. Il progetto avrebbe toccato numerosi partner, che però non sono stati inclusi nella discussione: «Si dovevano coinvolgere tutti gli enti preposti», sostiene Lorenzo Pianezzi, presidente della sezione ticinese di Hotellerie Suisse.

«L'evento avrebbe visto partecipe l'intera regione, ed era quindi fondamentale che tutti fossero d'accordo», concordano anche i sindaci di Bellinzona e Mendrisio. «Sebbene si tratti di un progetto affascinante, non mi sento di dire che è stata un'occasione persa», afferma Mario Branda, sindaco di Bellinzona.

D’altra parte, però, «bloccare gli investimenti quando le finanze non sono particolarmente rosee può essere pericoloso», commenta il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, «bisogna saperli riconoscere dalle spese a cui invece si può rinunciare». Questo atteggiamento conservativo rispetto alle finanze pubbliche «non dovrebbe diventare un modus operandi», conclude Cavadini.