Ticino«Impressionanti, ma innocue»: monitoraggio dell'espansione delle locuste egiziane
sam
8.10.2024
In Ticino, durante il periodo invernale, si osservano sempre più spesso cavallette di notevoli dimensioni. Non è nuova alle nostre latitudini, ma negli ultimi anni la sua presenza si è diffusa, probabilmente a causa del riscaldamento climatico. Il Museo cantonale di storia naturale ne sta monitorando l’espansione e chiede di segnalarne la presenza.
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08.10.2024, 09:37
08.10.2024, 09:54
Sara Matasci
In Ticino, durante il periodo invernale, si osservano sempre più spesso cavallette di notevoli dimensioni. Particolarmente appariscente e impressionante è l’Anacridium aegyptium (o locusta egiziana): non è nuova alle nostre latitudini, ma negli ultimi anni la sua presenza si è diffusa, probabilmente a causa del riscaldamento climatico.
E ora il Museo cantonale di storia naturale (MCSN) ne sta monitorando l’esistenza nel Cantone, come riporta il Dipartimento del territorio in un comunicato stampa.
Da qui l’invito alla popolazione a segnalarne la presenza, possibilmente corredata da una fotografia, tramite l’apposito modulo di contatto.
La locusta egiziana è una specie indigena e non invasiva
Nonostante il nome, viene precisato nella nota stampa, la locusta egiziana è una specie indigena e non invasiva. Per superare l’inverno gli individui adulti cercano un luogo caldo, o almeno protetto, per poi entrare in uno stato di torpore. Spesso si rifugiano nei vasi, dietro le persiane o sui muri scaldati dal sole.
Alle nostre latitudini sono due le specie di ortotteri di cui si possono osservare individui allo stadio adulto anche in inverno: la locusta egiziana e l’aiolopo autunnale (Aiolopus strepens). Le altre specie superano invece l’inverno generalmente allo stadio di uovo.
A causa del riscaldamento climatico si è espansa più a nord
L’Anacridium aegyptium è originaria del bacino mediterraneo; in Ticino in passato era presente unicamente nel Mendrisiotto, zona che corrispondeva al limite settentrionale del suo areale. Ora, a causa del riscaldamento climatico, si è espansa anche più a nord come tante altre specie, arrivando quasi sino nell’alta Valle di Blenio (Olivone) e persino Oltralpe.
Data la sua recente apparizione, molti utenti si sono rivolti al Museo cantonale di storia naturale (MCSN) chiedendo informazioni sulla sua presenza.
Ebbene: la specie è assolutamente innocua, vegetariana e soprattutto solitaria, quindi nonostante le sue notevoli dimensioni - la femmina può arrivare ai 7,5 centimetri di lunghezza - i danni alla vegetazione sono molto contenuti.
Per questi motivi non è una specie da contrastare, ma piuttosto da tollerare e comunque rispettare.