'Ndrangheta In camper, attraverso la dogana di Zenna, per trasportare hashish in Svizzera

SwissTXT / red

6.9.2022

Un sequestro è stato messo a segno dalla finanza al valico di Zenna
Un sequestro è stato messo a segno dalla finanza al valico di Zenna
archivio Ti-Press

Smantellata in Italia una rete criminale legata alla ‘ndrangheta e dedita al traffico internazionale di stupefacenti. In manette anche due argoviesi.

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Come reso noto dalle autorità italiane, c’è anche un filone svizzero nell’inchiesta «Metropoli-Hidden Economy», che ha portato al fermo di 13 persone legate più o meno strettamente a cosche della ‘ndrangheta e coinvolte in traffico internazionale di droga e armi.

Un filone che, stando al sito della RSI, è fatto soprattutto di viaggi in camper tra i due lati del confine per trasportare hashish nella Confederazione.

Stando alle carte relative all’inchiesta che l'azienda di Comano ha potuto visionare, si parla di almeno 15 kg, la cui compravendita è stata resa possibile anche dall’intervento di un uomo di 58 anni nato nel canto Zurigo e residente nella Confederazione.

A trasportare la droga nella Confederazione è invece stata una coppia residente nel Canton Argovia che, una volta ricevuto il carico in zona Milano, aveva il compito di varcare il confine con la sostanza stupefacente.

Due i viaggi incriminati

Due i viaggi incriminati: il primo, stando agli inquirenti, si è verificato nell’ottobre di due anni fa, quando la coppia svizzero-tedesca ricevette a Cormano (in Lombardia, appunto) poco più di 10 kg di hashish, che furono occultati in un camper con targhe argoviesi.

Il secondo viaggio è stato organizzato meno di un mese dopo, ma l’operazione, questa volta, non è andata a buon fine: la coppia argoviese non sapeva infatti di essere intercettata.

Raggiunto il valico di Zenna venne infatti fermata e all’interno di un doppiofondo i finanzieri della compagnia di Luino trovarono altri 5 kg di droga che, passando attraverso il Ticino, avrebbero dovuto varcare le Alpi per poi essere venduti al dettaglio nelle varie piazze della Confederazione.

Non solo droga, ma anche armi

Il gruppo smantellato, stando ai finanzieri, era inoltre dedito, in Italia, al traffico di cocaina e alla compravendita di armi da guerra, come mitragliatori Kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche.

Al vertice del sodalizio criminale c’era il figlio di uno storico esponente della cellula ‘ndranghetista del quartiere Comasina di Milano, si legge nel comunicato delle forze dell’ordine.