Comparirà in aula Incendiò la sua cella alla Farera, per lui si profila il processo

SwissTXT / pab

11.7.2019

L'esterno del carcere della Farera, a Cadro
L'esterno del carcere della Farera, a Cadro
Ti-Press

Si profila il processo per il detenuto che il 6 dicembre incendiò la sua cella alla Farera.

La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo lo ha infatti rinviato a giudizio, assieme al cittadino marocchino arrestato con lui, nel mese di ottobre, per una serie di furti.

La vicenda

Con un accendino diede fuoco a materasso, coperte e giornali. Il fumo invase rapidamente il piano, creando lo scompiglio. Immediato l’intervento della direzione, che provvide a evacuare le quattro celle adiacenti.

Nessuno rimase ferito. Se non il giovane stesso, per il quale si rese necessario (a causa dell’intossicazione subita) il ricovero a Ginevra.

L'accusa: incendio intenzionale

Il 23enne algerino si trova ora in un carcere d’oltralpe, dove sta espiando anticipatamente la pena. E presto – come detto – comparirà alla sbarra. Incendio intenzionale l’accusa principale di cui dovrà rispondere alle Assise Criminali.

Secondo Lanzillo avrebbe appiccato il fuoco allo scopo di farsi trasferire in infermeria, per poi evadere dal penitenziario.

Gli altri reati (a cominciare da quello di rapina) riguardano essenzialmente la dozzina di colpi che avrebbe compiuto, soprattutto oltre San Gottardo, ai danni di auto e abitazioni. Per l’imputato verrà chiesta una pena superiore ai cinque anni.

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