Morti indotte? Infermiere all'OBV, «ipotesi senza fondamento»

SwissTxt / pab

18.2.2019

Una veduta dell'OBV di Mensdrisio
Una veduta dell'OBV di Mensdrisio
Ti-Press / archivio

La difesa respinge la tesi secondo cui l’operatore sanitario dell’OBV di Mendrisio, in carcere per maltrattamenti, abbia indotto la morte di alcuni pazienti.

Non solo maltrattamenti ma addirittura morti indotte: l'inchiesta sull'infermiere dell'Ospedale Beata Vergine (OBV) di Mendrisio arrestato in dicembre per presunte percosse sui pazienti potrebbe aggravare la posizione dell'indagato. Secondo il domenicale il Caffè l'uomo avrebbe accompagnato alla morte tre malati terminali. Una tesi che però la difesa respinge.

L'ipotesi che l'uomo possa aver favorito il decesso aumentando le dosi dei farmaci è però giudicata «priva di fondamento» dall'avvocata della difesa, interpellata dalla RSI. Avvocata a cui non risulta che il procuratore pubblico Nicola Respini abbia esteso le ipotesi di reato.

Inchiesta non ancora chiusa

Dal canto suo il Ministero pubblico domenica si è limitato a confermare lalla RSI la carcerazione preventiva dell'uomo (un 40enne del Mendrisiotto) e a sottolineare come l'inchiesta sia ancora lontana dalla sua conclusione. Sono state sentite diverse persone ma non si sa - per il momento - se vi siano altri indagati.

L’Ente Ospedaliero Cantonale, di cui l'ospedale di Mendrisio è parte, ci ha confermato da parte sua che a seguito dell'inchiesta sono stati annullati i festeggiamenti previsti per la partenza (a fine febbraio) del direttore dell'OBV Graziano Selmoni. I fatti oggetto di indagine sarebbero avvenuti tra il 2017 e il 2018.

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