Ticino L'AITI presenta il piano di sviluppo economico per il cantone

SwissTXT / Red

25.5.2022

Il presidente dell'AITI Oliviero Pesenti (foto d'archivio).
Il presidente dell'AITI Oliviero Pesenti (foto d'archivio).
© Ti-Press / Benedetto Galli

Il Piano strategico per lo sviluppo economico del Canton Ticino, documento di un centinaio di pagine redatto dall'Associazione Industrie Ticinesi (AITI), verrà presentato all'assemblea ordinaria delle ditte associate la settimana prossima e messo in consultazione.

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Le industrie ticinesi devono restare competitive anche nei prossimi 10-15 anni. Le ricette passano attraverso una visione, che deve essere discussa e condivisa dagli attori del territorio, pubblici e privati, istituzioni, aziende e associazioni.

Lo scopo però – come riferisce la RSI – è anche stimolare una discussione col paese e in particolare lo Stato, affinché garantisca le condizioni quadro per l'innovazione, le opportunità per gli imprenditori e i lavoratori.

Questo rafforzando le collaborazioni tra le aziende e le scuole, aggiornando l'orientamento scolastico verso le formazioni industriali, evitando gli aumenti di imposte, rendendo più attrattive le professioni, impiegando manodopera estera senza sostituire quella residente, ecc.

«Non vogliamo fare politica»

«Non vogliamo fare politica, che lasciamo fare ai politici – dichiara alla RSI Oliviero Pesenti, presidente AITI – Chiediamo solo ai politici di ascoltarci. Finalmente. La nostra è una proposta che arriva dal basso con proposte concrete».

Ma la sensazione di AITI sembra essere che la politica non stia facendo abbastanza. «Lo Stato sta facendo quello che può fare – replica Pesenti – però sarebbe bene farlo insieme, mettendo insieme due modi di vedere e ascoltando le nostre preoccupazioni. Le aziende sono poi quelle che creano benessere e posti di lavoro».

Il documento non nasce da un sentimento di frustrazione e di non essere capiti dallo Stato: «È però chiaro – afferma Stefano Modenini, direttore di AITI – che siamo in un momento nel quale bisogna fare delle scelte di fondo per il Paese e su questo bisogna confrontarsi. Noi abbiamo delle idee, le mettiamo sul tavolo ed è giusto che anche gli altri possano esprimersi, ma alla fine bisogna prendere delle decisioni».