TicinoL'inverno senza neve mette in crisi gli impianti di risalita ticinesi
SwissTXT / red
13.1.2022
La neve continua a farsi attendere a sud delle Alpi. Già qualche giorno fa MeteoSvizzera aveva anticipato che, nonostante l’abbassamento delle temperature, non si sarebbero registrate precipitazioni di rilievo e le previsioni per i prossimi giorni confermano questa tendenza. La RSI fa un giro d'orizzonte tra i gestori delle stazioni sciistiche.
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13.01.2022, 13:50
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La mancanza di una coltre bianca sui pendii ticinesi pesa soprattutto sugli impianti di risalita, che non hanno ancora potuto dare il via alla stagione invernale. Lo sguardo è quindi fisso sulle previsioni del tempo, - che come detto non promettono nulla di buono - ma molti gestori non si fanno illusioni per questa stagione che rischia di essere compromessa.
La RSI ha cercato di capire come si stanno organizzando le varie stazioni sciistiche ticinesi.
Airolo: «La gente ha ancora voglia di fare attività all’aperto»
Airolo, tuttavia, non si perde d’animo. Il periodo Natale-Capodanno vale il 25-30% del fatturato stagionale, «ma penso che la gente abbia ancora tanta voglia di stare all’aperto e fare attività», spiega ai microfoni dell'emittente di Comano il direttore Simone Beffa.
Per questo, a partire dal prossimo fine settimana, il comprensorio aprirà parzialmente: si potrà sciare nel comparto di Pesciüm e fare passeggiate con le racchette da neve. «Speriamo che arrivi altra neve, così da poter aprire completamente», aggiunge Beffa.
A Carì «stagione non ancora compromessa»
«Per noi le vacanze di Natale valgono il 30% degli incassi della stagione invernale», spiega invece per parte sua Luca Müller, direttore operativo della Nuova Carì SAGL, società che gestisce gli impianti.
Il personale, aggiunge, è pronto, ma non può venire a lavorare (si parla di una 30ina di dipendenti per ora a casa). «Appena nevicherà a sufficienza apriremo, stiamo già lavorando con i cannoni per coprire i punti critici, ma la meteo non si può comandare», sottolinea Müller, che spiega anche che la società sta valutando, per il futuro, di investire sulla neve programmata per garantire l’apertura di almeno una pista. «Ora, però, non abbiamo cannoni a sufficienza».
Secondo Müller, la stagione non può però dirsi compromessa. Il direttore degli impianti ricorda inoltre che già nel 2015 l’inverno fu molto povero di neve: «La storia si ripete, speriamo che la nevi arrivi presto per poter iniziare».
Bosco Gurin: «Basta piangersi addosso»
Per quanto riguarda la stagione in corso a Bosco Gurin, il titolare Giovanni Frapolli non fornisce cifre, ma commenta lapidario: «Non c’è neve, il paese e la valle allo stato attuale sono morti».
Frapolli sottolinea la necessità di ragionare sul medio-lungo periodo: «Non serve niente dire ‹sta andando male›; se non c’è la neve, la materia prima, bisogna chinarsi sul problema. Gli impianti di risalita devono lavorare sulle quattro stagioni e offrire servizi per accogliere la clientela anche in assenza precipitazioni: questo deve essere l’obiettivo. Ora l’offerta si basa solo sulla neve e quindi vengono disdette le riservazioni».
A Bosco Gurin, per contenere le perdite, quest’anno per esempio è stata messa in funzione la slittovia.
Nara: «Ormai possiamo solo tamponare le perdite»
«Il Natale per noi è irrecuperabile: anche se domani arrivasse un metro di neve, da ora in avanti non potremo fare altro che tamponare le perdite»: commenta così la situazione Mattia Milani, presidente del Consiglio di Amministrazione della società Amici del Nara, che gestisce le strutture in Valle di Blenio.
«Per fortuna – sottolinea - l’inverno 2020/21 ha fatto registrare un afflusso eccezionale: quasi 40'000 passaggi quando in media se ne contano 25'000».
Per sottolineare la situazione critica, Milani mette a confronto i dati delle vacanze di Natale 2020/21 con quelle appena trascorse: «Le settimane scorse abbiamo fatto un’apertura di servizio, per gli escursionisti e per chi ha una casa in montagna: abbiamo registrato 1'000 passaggi, l’anno prima erano 18’000».
Aperte le piccole stazioni
Ad aver aperto, in questo inverno anomalo, sono invece le piccole stazioni ticinesi, come Dalpe, Prato Leventina, Airolo-Lüina e Campo Blenio, dove si cerca a fatica di salvare uno dei peggiori inverni degli ultimi anni.
Aiuti di Stato
Lo scenario fin qui illustrato mostra quanto, in Ticino, il comparto degli impianti di risalita sia dipendente dagli aiuti di Stato. In ottobre, il Gran Consiglio ha approvato sussidi per un valore complessivo di 5,6 milioni da erogare nell’arco di quattro anni, non senza sottolineare la necessità di puntare a una destagionalizzazione dell’offerta.
Argomenti che, c’è da scommetterci, saranno ancora più presenti quando si ridiscuterà del tema, alla luce della mancanza di neve fin qui riscontrata e dei mutamenti climatici in corso.
Fino alla fine del mese MetoSvizzera prevede, a causa della zona di alta pressione che si estende dall’Atlantico all’Europa centrale, giornate tendenzialmente soleggiate.
E c’è di più: una nuova situazione di caldo anomale è attesa in montagna in questi giorni. Previsioni che non lasciano bene sperare chi non vede l’ora di solcare le piste da sci ticinesi.