Locarno Film Festival La migrazione dall'Africa a Lisbona al centro del film svizzero

hm, ats

5.8.2023 - 15:00

Basil Da Cunha racconta le sonorità di Capo Verde e di Lisbona.
Basil Da Cunha racconta le sonorità di Capo Verde e di Lisbona.
Keystone

È la migrazione dall'Africa al Portogallo il tema al centro dell'unico film svizzero in competizione al Festival del film di Locarno, «Manga D'Terra».

Keystone-SDA, hm, ats

La pellicola, presentata ieri e che sarà possibile visionare ancora stasera e domani, oscilla fra il documentario e la commedia musicale con sonorità di Capo Verde.

«Ho voluto rendere omaggio alle donne del quartiere Reboleira di Lisbona», ha affermato ieri il regista svizzero-portoghese Basil Da Cunha presentando la sua opera, il terzo lungometraggio dopo «Après la nuit» (Cannes 2013) e «O Film do Mundo» (Locarno 2019).

Il film è incentrato sulla protagonista Rosinha, interpretata dalla cantante Eliana Rosa. Lo spettatore segue il viaggio di una giovane donna di 20 anni, che arriva da Capo Verde e deve ricominciare da zero, senza nessuno che la sostenga.

«Direi subito che questo lungometraggio è la versione fuori campo dei precedenti, per dare voce alle donne: finora tendevo a fare film sui maschi», ha spiegato Basil da Cunha. «La mia ambizione è quella di mostrare diversi modi di essere donna, e in particolare di questa giovane donna che trova la sua forza e il suo potere nella musica, un modo per vendicarsi. Il contributo di Eliana Rosa è enorme, non solo perché porta avanti il film e lo incarna, ma anche perché è la sua voce che sentiamo quando canta e perché ha composto la maggior parte delle canzoni».

Sebbene il film punti ad essere leggero il suo sfondo è serio, legato ai problemi della migrazione. «Vogliamo creare dei miti: ogni cultura, ogni popolazione, ogni comunità ha bisogno di cinema e di miti», ha insistito il regista, che si è trasferito dal quartiere di Reboleira a Losanna circa 15 anni or sono. La musica e la creatività sono modi per sopravvivere nei quartieri di immigrati, gli ha fatto eco il direttore della fotografia Patrick Tresch, anch'egli residente nella città romanda.

Da Cunha è abituato a lavorare con capoverdiani e con attori non professionisti. «Prende pezzi di vita dalle nostre storie per costruire il suo film», ha osservato l'attrice protagonista, Eliana Rosa. «È grazie all'intera comunità di Riboleira che abbiamo potuto realizzare la pellicola: ci hanno fornito i set, le storie e la musica», ha sottolineato Tresch, aggiungendo che da parte sua Basil da Cunha fa sì che questa popolazione esista agli occhi del resto del mondo.

In Portogallo e a Lisbona i riflettori puntati su questo quartiere – teatro di retate della polizia e spesso in prima pagina – hanno suscitato un vivace dibattito. «Faremo un altro film sul posto quest'estate», ha detto sorridendo Da Cunha. «Non è la fine per le persone con cui sto girando: saremo legati per sempre», ha concluso.