Ne dà notizia il sito de laRegione. «C'è preoccupazione per l'immagine che esce delle istituzioni federali presenti in Ticino nell'ambito della giustizia», spiega il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi.
«Danneggiano una presenza che per noi è vitale per una questione di coesione federale e, nel caso in particolare della procura, anche per la lotta alla criminalità organizzata».
Si parla di un clima di lavoro insostenibile
Due dipendenti, lo ricordiamo, avevano parlato dell’esistenza a Lugano di un clima di lavoro insostenibile per diversi collaboratori, con grida, porte sbattute, pubbliche umiliazioni, favoritismi e vessazioni, incarti attribuiti per simpatia e un controllo sistematico dell’attività informatica che configurerebbe una violazione della privacy.
Una mezza dozzina di dipendenti - in Ticino in tutto ce ne sono una ventina - se ne sarebbe andata nel corso degli ultimi anni. Il caso è al vaglio anche dell'autorità di vigilanza.
Il Ticino e la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia hanno chiesto a Berna che un'eventuale riorganizzazione del Ministero pubblico della Confederazione sia fatta d'intesa con i cantoni.