Monte Gambarogno Monte Gambarogno: gli abitanti di Indemini tornano a casa

SwissTXT

4.2.2022

Nonostante l’incendio sul Monte Gambarogno non sia ancora completamente sotto controllo, ci sono buone notizie: gli abitanti di Indemini, dopo l'evacuazione dalle proprie abitazioni a inizio settimana, sono potute rientrare a casa.

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Gli abitanti della frazione di Indemini sono potuti tornare oggi, venerdì, nelle loro case, dopo che erano stati sfollati in via precauzionale ad inizio settimana a causa del vasto incendio divampata sul Monte Gambarogno.

Il focolaio, sviluppatosi nell’area dell’Alpe di Neggia, è stato domato, ma resta alta l’allerta per la presenza di possibili focolai, tanto che in serata ha pure spiccato il volo un drone della REGA alla ricerca di fonti di calore sospette.

A fare rientro a casa sono stati una ventina di domiciliati. Tuttavia ai proprietari di case di vacanza è ancora vietato l’accesso – e lo sarà verosimilmente fino alla fine del mese – in ragione della non potabilità dell’acqua.

Per chi vive stabilmente a Indemini la protezione civile ha invece allestito un servizio di approvvigionamento idrico temporaneo (inizialmente tramite bottiglie d’acqua, poi probabilmente con la posa di una cisterna contenente 3'000 litri di acqua potabile).

Un'operazione attiva da quasi una settimana

Le operazioni di spegnimento proseguono ormai da quasi una settimana. Decine di pompieri si sono dati il cambio in questi giorni per cercare di contenere l’avanzata del rogo, dato che un rapido spegnimento era apparso fin da subito impossibile. Ad un certo punto si era pure temuto che le fiamme raggiungessero Indemini e la strada che vi conduce.

In supporto ai militi e agli elicotteri attivi nello spegnimento dei focolai erano quindi arrivati dei canadair. Aerei italiani (la Svizzera non possiede velivoli di questo tipo per la lotta agli incendi), decollati dalla Liguria per bombardare letteralmente con l’acqua la zona interessate dalle fiamme e prevenirne l’avanzata.

Le spese per le operazioni di spegnimento raggiungono fino a 150'000 franchi al giorno.

Sotto inchiesta due giovani

Due giovani svizzeri residenti oltre San Gottardo sono stati fermati e sono finito sotto inchiesta con l’accusa di incendio colposo. Avevano infatti accesso un falò durante un bivacco – nonostante il divieto assoluto di accendere fuochi in vigore in Ticino – e da lì sarebbero partite le fiamme che poi si sono estese, nel corso dei giorni, su un’area boschiva di oltre 100 ettari.