Forse aveva un'arma con sé Allievo minaccia una docente alla Commercio di Bellinzona, scuola evacuata

SwissTXT / sam

3.6.2024

La polizia è intervenuta in forze questa mattina alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona in seguito a una segnalazione. Una docente era stata minacciata da un allievo, con la possibile presenza di un'arma. Ecco la testimonianza di due studenti.

SwissTXT / sam

La Polizia cantonale precisa che la segnalazione è arrivata alla Centrale comune d'allarme (CECAL) lunedì, poco dopo le 11, dalla direzione della scuola, che informava in merito a una situazione potenzialmente pericolosa.

In sostanza una docente era stata minacciata da un allievo, con la possibile presenza di un'arma.

Sul posto sono quindi intervenuti agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia comunale di Bellinzona. E, per ragioni di sicurezza, lo stabile è stato evacuato, in collaborazione con le autorità scolastiche.

L'allievo, un minorenne, è stato poi fermato verso le 11.30 all'interno dell'Istituto scolastico. Non vi sono feriti.

La polizia informa anche che sono tuttora in corso gli accertamenti del caso e che quindi per il momento la struttura scolastica rimane chiusa.

Le testimonianze

Una studentessa aveva riferito alla RSI dell’agitazione e dello spavento al momento dell’evacuazione della scuola: «Io non ho sentito spari, ma c’è chi dice di sì. Ora comunque siamo tranquilli, aspettiamo».

«Siamo stati radunati in palestra, mi sento abbastanza tranquillo: hanno sfollato tutti dalle classi – aveva spiegato un altro ragazzo ai microfoni dell'emittente di Comano – Ma ho visto alcune persone abbastanza intimorite, ma io mi sento abbastanza tranquillo, anche se non so bene cosa sia successo».

«Non sappiamo bene cosa sia successo: alcuni compagni hanno provato a chiedere ai poliziotti, ma hanno risposto che non potevano dirlo. Io personalmente non ho visto nessuno armato: girano delle voci, ma io non ho visto nulla, se non dei poliziotti armati abbastanza pesantemente».

La strage sventata nel 2018

La scuola cantonale di commercio era già stata al centro della cronaca nel 2018: il 10 maggio un 19enne ticinese fu arrestato dopo avere manifestato (pure sui social network) la volontà di compiere un attacco omicida, pianificato per il martedì successivo, durante gli esami.

Il ragazzo aveva appena comprato diverse munizioni, da utilizzare con le armi custodite in casa.

All’epoca tutto era partito da una segnalazione di una compagna di classe, che temeva che il ragazzo potesse togliersi la vita e aveva quindi avvertito la direzione che, a sua volta, aveva coinvolto gli inquirenti. Ma nessuno immaginava che l’allora 19enne stesse pensando a fare una carneficina nell’istituto.

Dopo l’arresto, il giovane era poi finito a processo per atti preparatori di assassinio plurimo, reato del quale è stato riconosciuto colpevole e per questo condannato a sette anni e mezzo di reclusione, la pena massima prevista dalla legge, che è stata sospesa in favore di una misura di presa a carico psichiatrica intensiva.