Rinvio a giudizio Picchiò la figlia perché si era fidanzata, a processo

SwissTXT / pab

21.2.2020 - 19:46

Il padre violento ha tentato d'uccidere la figlia con pugni, schiaffi e una stretta al collo 
Il padre violento ha tentato d'uccidere la figlia con pugni, schiaffi e una stretta al collo 
archivio Ti-Press

La procura ha rinviato a giudizio un 48enne siriano residente nel Mendrisiotto, che il 26 dicembre 2018 pestò brutalmente la figlia. L’uomo continuò per tutto il giorno, fino all’arrivo della polizia. E questo perché la giovane si era fidanzata contro il suo volere.

L’atto d’accusa parla di pugni al viso, calci, schiaffi in varie parti del corpo. Anche quando la 18enne era a terra, e anche mentre sanguinava dal naso. A un certo punto – secondo gli inquirenti – il padre tentò persino di soffocarla, tanto da farle perdere i sensi. Poi andò in cucina a cercare un coltello, che fortunatamente non trovò.

Dovrà rispondere anche di tentato omicidio

Tentato omicidio il reato principale di cui dovrà presto rispondere alle Assise Criminali. Senza dimenticare le lesioni semplici (in parte qualificate), le vie di fatto, la coazione e la violazione del dovere di assistenza o educazione. Ipotesi riferite pure ai soprusi commessi sul figlio e (per la coazione e le vie di fatto) sulla moglie.

Il ragazzo fu picchiato a un braccio con un appendiabiti. In un’altra occasione, ricevette dei pugni e dei calci per avere prelevato 30 franchi.

Ad eccezione del tentato omicidio, che nega sin dall’inizio, il 48enne ammette sostanzialmente gli addebiti. Si trova tuttora dietro le sbarre, in espiazione anticipata della pena. Contro di lui la procuratrice pubblica Marisa Alfier chiederà più di cinque anni di carcere.

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