Pandemia Passi avanti nella cura del Covid-19 grazie a uno studio scientifico dell'EOC

SwissiTxt / pab

11.12.2020

Uno studio realizzato dall'EOC pubblicato su una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo.
Uno studio realizzato dall'EOC pubblicato su una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo.
© Ti-Press / Archivio

Una ricerca su pazienti dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) mostra come ridurre la mortalità dovuta al Covid-19 con farmaci comuni. I risultati sono stati pubblicati su una delle riviste scientifiche più importanti al mondo. Lo rende noto la RSI.

Un comune farmaco usato per curare l'ipertensione è in grado di aumentare la sopravvivenza nei malati di Covid-19 con alcune gravi patologie. È quanto ha rivelato una ricerca su pazienti ricoverati all’EOC. Risultati che sono stati pubblicati da Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), seconda rivista scientifica per importanza al mondo.

Lo studio si basa su analisi statistiche avanzate di dati demografici e clinici di 576 pazienti affetti da Covid-19 con un’età media di 72 anni ricoverati all’EOC dal primo marzo al primo maggio del 2020.

I risultati suggeriscono che i farmaci contro l’ipertensione hanno aumentato la sopravvivenza di chi aveva un alto rischio di morire in ospedale a causa dell’età avanzata, così come di malattie cardiovascolari e renali.

Pietro Cippà, direttore del dipartimento di medicina dell'EOC che ha concepito lo studio, afferma alla RSI: «Si tratta di farmaci che si usano abitualmente per la cura di ipertensione arteriosa, per l'insufficienza renale e quella cardiaca. Molti pazienti prendono questi medicinali e li conosciamo quindi molto bene. La regolazione della pressione arteriosa e i farmaci che usiamo per interagire con questi meccanismi hanno indirettamente anche un impatto sulla biologia dell'infezione virale e la risposta infiammatoria che ne consegue». Sono quelli che si definiscono in ambito medico i farmaci ACE-inibitori.

Ferrari: «Studio che cambia la pratica per i pazienti Covid-19»

Lo sforzo comune dei medici dell’EOC e dei ricercatori dell'USI e dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano ha permesso di identificare l’impatto dei fattori anagrafici, clinici e farmacologici grazie a alla raccolta di dati in piena emergenza e all'utilizzo di metodi statistici innovativi.

Per Alessandro Ceschi primario dell'istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana: «Si tratta di uno studio rigoroso i cui risultati sono dunque solidi. Non è ancora il massimo degli studi clinici con diverse decine o centinaia di pazienti che idealmente permettono di trarre una conclusione effettiva sull'efficacia del trattamento. Ma questi test sono già in corso».

Per il responsabile medico dell’EOC, Paolo Ferrari, lo studio è motivo di orgoglio: «Nel nostro piccolo Ticino, con dei piccoli numeri, con un lavoro di squadra siamo riusciti a produrre informazioni che riusciranno a cambiare la pratica e il decorso dei pazienti affetti da Covid-19.»

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