Lugano «Potenza di calcolo 20 volte maggiore»

SwissTXT / pab

5.11.2021

Immagine d'illustrazione
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Keystone

È in corso l'istallazione di «Alps», il nuovo supercomputer del Centro svizzero di calcolo scientifico a Lugano. Vi sarà «più flessibilità per l'utenza».

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Quello che fa l'attuale supercomputer del Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) in un giorno, lo fa un normale PC in 3'000 anni. È un'elaborazione dati impressionante. Un lavoro che, dal 2016, è portato avanti dalla macchina «Piz Daint», riferisce la RSI. Questa tecnologia sta, però, invecchiando e verrà presto sostituita con un nuovo supercomputer: «Alps». La sua potenza di calcolo sarà almeno 20 volte maggiore.

Una sola struttura, più potenziale virtuale

La fine dei lavori è prevista per il 2023. Per ora nella grande sala del Centro, c'è solo una fila, composta da quattro «armadi», di quello che sarà «Alps». I 2'000 metri quadri sono oggi occupati da diversi sistemi, come quello dedicato a Meteosvizzera o al Politecnico di Losanna, oppure dalle file dell'attuale supercalcolatore, il «Piz Daint».

Con l'implementazione della nuova macchina, alcuni di questi spariranno. Come succede per il cloud, l'idea è di creare più spazi virtuali in una sola struttura.

«Il software ci permetterà di creare cluster virtuali indipendenti, cosa che l'attuale macchina non permette più di fare. Non ci sarà più un computer distaccato dove Meteosvizzera fa i suoi calcoli», spiega alla RSI la direttrice associata del Centro di calcolo, Maria Grazia Giuffreda, «ma sarà una macchina indipendente sullo stesso hardware degli altri cluster, ovvero delle altre macchine virtuali».

«Si passerà a miliardi e miliardi di processi»

«Piz Daint» conduce milioni di miliardi di processi al secondo. «Alps» aggiungerà tre zeri alla quantità di queste operazioni, arrivando a miliardi di miliardi di operazioni al secondo. Oltre a una maggiore potenza di calcolo, il nuovo sistema offrirà più flessibilità all'utenza.

«Se un domani Meteosvizzera avesse bisogno di più nodi di calcolo, quindi di una macchina virtuale più grande», spiega alla RSI la co-direttrice Maria Grazia Giuffreda, «non dovrà aspettare mesi perché si istalli l'hardware. L'idea è poter creare un cluster più grande nell'infrastruttura già esistente».

Meteosvizzera è solo uno degli oltre 2'000 utenti che fanno capo, gratuitamente, alle infrastrutture del Centro di calcolo. Si tratta in particolar modo di ricercatori svizzeri e internazionali che hanno bisogno di archiviare ed elaborare i propri dati.

«Si parla di dover gestire centinaia di petabyte di dati», aggiunge Maria Grazia Giuffreda, «se volessi archiviare 100 PB di dati avrei bisogno di 4 milioni di blue ray DVD la cui capacità è di 25 GB per disco». Con gli attuali progetti di ricerca in corso, conclude ai microfoni della RSI, per esempio riguardo al clima o alla fisica dei plasmi, si generano sempre più dati e questi dovranno essere gestiti con infrastrutture idonee