Pandemia Il ritorno a scuola fa discutere. Bertoli: «Non sarà più come prima»

SwissTXT / pab

22.4.2020 - 13:31

Manuele Bertoli
Manuele Bertoli
Keystone / archivio

Manuele Bertoli: «La scuola non sarà più come prima per rispettare le misure anticoronavirus». 

La scuola sarà diversa, con solo metà degli alunni di scuole elementari e medie in classe e l'altra metà a distanza. Almeno è questa l'idea che ha espresso il consigliere di Stato Manuele Bertoli ai microfoni della RSI.

Per le medie e le elementari infatti «i nostri approfondimenti sui modelli - ha aggiunto Bertoli - vanno verso classi dimezzate. Questo permette di avere un alunno per banco, di organizzare in maniera ordinata l'entrata e l'uscita, di fare in modo che tutti possano individualmente lavarsi le mani o disinfettarsi in classe, dove non ci sono lavandini».

In aula l'11 maggio come vuole Berna?

L’11 maggio è la data indicata dal Consiglio federale per la riapertura delle scuole dell'obbligo, una data che fa molto discutere, non solo in Ticino.

La popolazione si chiede se abbia senso far tornare i ragazzi a scuola in un momento in cui il numero dei contagi da Covid-19 è sì in calo, ma dove il ritorno parziale all'attività economica potrebbe far crescere queste cifre.

«Sono stato il primo - spiega Bertoli a Modem - all'interno della conferenza dei direttori della pubblica educazione a porre il tema. Per riaprire le scuole, le prime indicazioni necessarie sono quelle sanitarie. Finché non abbiamo chiare indicazioni su quale siano queste condizioni è difficile immaginare una riapertura totale, parziale o di qualsiasi tipo».

«Abbiamo lavorato con il medico cantonale»

«Da Berna non sono ancora arrivate indicazioni, ci stanno lavorando, però ci siamo mossi a livello locale, con il medico cantonale, ragionando su un piano di prudenza», ha affermato Bertoli. 

Per rispettare le distanze in classe «alle medie, dove operano più docenti per classe, dovremo fare delle scelte sulle materie da seguire in classe e quelle, invece, da seguire a distanza».

«La scuola è relazioni»

«Prima di pensare ai trasporti e alle mense dobbiamo pensare che la scuola non è solo lezioni ma è soprattutto relazioni. È proprio la ripresa della relazione diretta tra allievo e docente che è determinante, per cui è bene poter riaprire le scuole», ha spiegato ancora Bertoli.

Le altre questioni sono più pratiche, secondo il direttore del DECS. «Si può immaginare che la refezione non ci sia, perché se si andrà verso una frequenza a mezza giornata non sarà necessaria. I ragazzi possono mangiare a casa».

«Per quanto riguarda il trasporto pubblico - ha concluso il socialista, se i ragazzi delle medie che vanno a scuola sono meno, sono la metà anche quelli che si trovano nello stesso istante sui bus e sui treni».

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