Statistica Ticinesi "amanti" dei farmaci

SwissTXT / pab

1.3.2019

Immagine d'illustrazione
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Keystone

Il Canton Ticino è passato, nel corso degli ultimi 25 anni, dall’essere la regione a più basso consumo di farmaci della Svizzera a quella dove se ne usano di più.

Una persona su due (il 54,7%) consuma regolarmente farmaci e la statistica dice che a farlo sono più le donne rispetto agli uomini.

«In Ticino la popolazione è mediamente più vecchia»

«In Ticino la popolazione è mediamente un po' più vecchia rispetto al resto del paese», spiega ai microfoni della RSI il farmacista cantonale, Giovan Maria Zanini, aggiungendo: «Ci sono i progressi della medicina con i nuovi medicamenti e le nuove tecniche diagnostiche che fanno sì che le persone comincino a curarsi più precocemente».

Ad essere usati maggiormente sono soprattutto gli antidolorifici: «Il paracetamolo, per esempio, è il primo medicamento che si usa per curare la febbre o i dolori ed è utilizzato molto spesso in ambito medico», spiega Federico Tamò, portavoce dell’ordine ticinese dei farmacisti.

In aumento l'uso di antidepressivi, sonniferi e sedativi

Un altro dato in aumento è quello di chi assume antidepressivi, sonniferi e sedativi. «Il Temesta, per esempio – spiega il vicepresidente dell’ordine dei medici, Nello Broggini – è un medicamento molto diffuso, ma anche molto utile perché seda forme di ansia grandi o piccole, che si manifestano soprattutto nelle persone anziane».

Per il farmacista cantonale, è però anche l’offerta a determinare l’aumento del consumo di farmaci: «Abbiamo 200 farmacie, un numero molto elevato rispetto alla media svizzera, anche se è vero che noi non abbiamo i medici dispensanti, e il numero di medici continua ad aumentare nonostante le moratorie: l’aumento dell’offerta è chiaramente un problema».

«Capillarità che permette di essere vicini alla popolazione»

Le farmacie, controbatte il portavoce Federico Tamò, «dispendano però i farmaci dietro prescrizione medica: non siamo noi a creare l’offerta. È vero che ci sono tante farmacie, ma rispetto al resto del paese sono più piccole: abbiamo una capillarità elevata ma che ci permette di essere vicini alla popolazione».

Sono dunque i medici a prescrivere troppo? No, secondo il vicepresidente dell’ordine Nello Broggini: «Prescrivono il giusto, certo ci sono delle variazioni personali, da medico a medico, ma i medici non guadagnano sui farmaci che prescrivono».

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